Il nuovo anno e un bilancio di quello passato, con l’esame di coscienza della propria vita pubblica e privata

Storia di Tursi

Francesco D'Errico

Con l’Epifania sono trascorse le feste di Natale e di Capodanno, lasciandoci il ricordo del calore, della gioia e dell’affetto della famiglia riunita e la viva speranza di trascorrere felice il nuovo anno.
La routine del susseguirsi degli anni scandisce lo scorrere del tempo e l’altalenarsi della vita. L’anno vecchio, ultimato il suo ciclo di vita, è sceso dal palcoscenico e si è avviato al riposo eterno, accompagnato dal disprezzo generale, non avendo esaudito le aspettative della gente, stanca e sofferente di sopportare un malessere generale.
Il nuovo anno, giovane ed energico, è stato accolto e salutato con suoni, canti, balli, fuochi d’artificio e scorpacciata di libagioni, e con l’auspicio che sia migliore del precedente.
Anche il 2015 è stato un anno angoscioso, per una serie di tragedie umane, per la recessione economica, le sanguinose stragi terroristiche, con vittime innocenti, dolori e sofferenze, gli ingenti danni causati da piogge torrenziali, frane e alluvioni che hanno flagellato buona parte dell’Italia.
L’immagine del nostro caro Belpaese è stata deturpata da fatti incresciosi e dolorosi, di cronaca nera: agguati mortali da parte della criminalità organizzata, rapine e omicidi di donne, molte nell’ambito familiare e talvolta con l’eliminazione anche di figli minorenni e maggiorenni, e con i suicidi degli stessi assassini.
Altro fenomeno che ha allarmato l’opinione pubblica è stata la perdita di danaro, frutto di sacrifici e di lavoro, da parte di centinaia di risparmiatori, a causa di dissesti finanziari e presunte truffe di alcune banche. Uno di tali risparmiatori, un pensionato, a cui va il mio commosso pensiero, si è tolto la vita, affranto per aver perduto i suoi risparmi accumulati con sudore della fronte.
Con maggiore intensità è continuato il doloroso esodo di molti esseri umani, che hanno lasciato la loro terra natia, straziati dalla guerra, dalla fame e da ogni forma di violenza e d’ingiustizia, per andare alla ricerca di un luogo migliore. Molti di loro, compresi parecchi bambini, sono finiti in fondo al mare. Le magre condizioni economiche delle persone povere sussistono ancora, come durano tuttora la disoccupazione, con lievissimo miglioramento, le tasse sproporzionate e l’aumento del costo della vita.
La povertà e la disoccupazione costituiscono una vera piaga sociale. La mancanza di lavoro e di guadagno è una grande offesa alla dignità umana e costituisce una spinta a delinquere, per procurarsi il danaro. L’aspetto morale del paese è stato oscurato da gravi episodi di corruzione e di altri fatti illeciti nell’ambito della pubblica amministrazione, per avidità e disonestà di coloro che avevano il dovere di difendere l’onore e gli interessi dello Stato.
Il 2016 sembra si sia avviato all’insegna di rinnovate attese, nel silenzio contrapposto al rumore, vivendo il passaggio dall’anno vecchio al nuovo come un ulteriore passo avanti verso una meta di speranze e di felicità. Ma per raccogliere frutti, l’uomo deve cambiare modo di vivere, ordinando la propria coscienza, fare il bilancio della propria vita e del suo operato, impegnarsi a non errare nel futuro, a svolgere i propri doveri con onestà, responsabilità e capacità.
Occorre saldare i debiti morali e materiali e chiedere perdono a Dio dei propri peccati, convivere pacificamente, rispettare la libertà, i diritti e la dignità altrui, aborrire qualsiasi tipo di violenza, soprusi ed intrallazzi, contribuire ciascuno, quale che sia il proprio ruolo, al bene comune.
Particolare impegno viene richiesto alla classe politica, che ha la responsabilità del governo e dell’amministrazione pubblica, di operare attivamente per uscire dalla crisi economica e sollevare le condizioni di vita della gente bisognosa e sfortunata. Soprattutto, vanno difesi e diffusi i buoni modelli, con trasparenza, legalità, amor patrio, serietà e dinamismo costruttivo.
Educare la moderna società al rispetto della natura e dei valori morali, religiosi, civili e della famiglia, trasmessici dai nostri antenati e genitori, e andare incontro a ogni uomo con lo spirito samaritano. Tenere presente che l’impegno, la buona volontà, i buoni esempi, le azioni solidali e la parola affettuosa producono buoni frutti, effetti positivi che smorzano le spigolosità e rendono meno pungenti e amare le spine della vita.
Oltre ai buoni sentimenti, sono necessari fatti concreti e il comune sforzo per risolvere i vari problemi. Per giustizia e umanità si devono accorciare le distanze economiche fra ricchi e poveri. I ricchi sguazzano nell’agiatezza e i poveri soffrono nella miseria. Non è corretto che certi personaggi fortunati percepiscano stipendi o pensioni d’oro, mentre numerose persone vivono disagiatamente per l’insufficiente reddito.
E’ giusto che chi ha maggiore responsabilità e doveri importanti nella pubblica e privata amministrazione ed ha fatto sacrifici per realizzarsi, debba avere un guadagno superiore di coloro che svolgono normale attività lavorativa, ma la differenza dei benefici economici e di altro genere tra le varie categorie sociali è davvero sproporzionata. È necessario equilibrare la vita pubblica e privata ed utilizzare le risorse dello Stato per il benessere di tutti i cittadini.

Con l’aiuto di Dio e con il buon senso comune, viviamo il 2016 con fiducia, augurando che sia portatore di pace, amore, giustizia e di progresso universale.

Francesco D’Errico

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