Il romanzo autobiografico Le confessioni di un povero cristiano del prof. Giovanni Di Tommaso, venerdì 21 agosto, alle ore 18, nella sala consiliare del municipio. La recensione di Salvatore Verde

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Giovanni Di Tommaso
Giovanni Di Tommaso

Incontro letterario con il prof. Giovanni Di Tommaso, autore del romanzo autobiografico Le confessioni di un povero cristiano (Europa Edizioni, Roma, 2015, pp. 105, euro 12,90). Venerdì 21 agosto, alle ore 18, nella sala consiliare del municipio, con gli interventi del maestro e giornalista Salvatore Verde e di Giuseppe Lasalandra, avvocato e attore di teatro, per alcune letture dal testo.

In pensione dal 2005, con 35 anni di insegnamento, Di Tommaso, sessantottenne, è stato docente di ruolo di Storia e Filosofia, prima nell’Istituto magistrale “Pitagora” di Montalbano Jonico e poi nei licei di Lodi e di Milano (al Liceo Classico Statale “G. Carducci”), dove si era trasferito definitivamente, dopo un decennio di esperienza politica con diversi incarichi nel PCI di Basilicata, prima della “svolta della Bolognina” annunciata dal segretario nazionale Achille Occhetto nel 1989, ma già in certo modo prefigurabile anche a livello locale.

Di Tommaso, eletto consigliere provinciale nel 1975, dal 1976 al 1980 è stato assessore al Bilancio, Finanze e Programmazione della Provincia di Matera, poi sindaco di Tursi (dal 21 marzo 1980 al 9 aprile 1981, in una coalizione che comprendeva PCI-PSI-PSDI (ma allora l’instabilità era caratteristica delle amministrazioni tursitane), e quindi consigliere comunale ininterrottamente per otto anni (eletto alle elezioni del 1978, del 1981 e del 1985), fino al 1986, quando si dimise, da tutto.

Nutrita e non casuale dunque la partecipazione, anche con valore di testimonianza e di omaggio a uno dei pochi “intellettuali” della classe politica tursitana, del sindaco Salvatore Cosma, dell’ex sindaco Salvatore Caputo e di Gaetano Curci, compagno di partito ed ex amministratore comunale, assieme ai quasi coetanei professori Giuseppe Lippolis e Salvatore Martire. Con la moglie Mariangela Santamaria, il prof. Di Tommaso ha pubblicato il saggio Rivoluzione o Riforme? Ripensare M. Foucault (ed. Gruppo Albatros Il Filo, 2008, pp.88, euro 13), oltre ad aver collaborato con la Mondadori scolastica.

 

Salvatore Verde: “Detto in tre parole: un libro meraviglioso”

Sarebbe assai riduttivo accentuare un aspetto pure importante ma parziale, quello politico, sia della vita del prof. Giovanni Di Tommaso, relativa ad appena un decennio circa, sia dell’agile volume, che si avvale certo della formula cautamente preventiva “una libera ricostruzione della memoria, senza il riferimento a nomi e fatti realmente accaduti”, ma ha come impegnativo e rivelatore sottotitolo “La vita oltre la morte, il dolore, la Verità, Dio”. E questo ben sintetizza l’itinerario personale, politico e culturale, ma soprattutto la maturazione, filosofica, religiosa e spirituale dell’eccellente narratore.

Così nell’ultima di copertina: Le identità nella loro differenza trascinavano anche l’uomo nell’assoluta dispersione. anche l’uomo, così come si era concepito sino ad ora, moriva trascinando con sé l’universo mondo. La chiamata era forte e non c’era incertezza. la fede era solida e la vocazione palpitava in lui. Ma quando la filosofia moderna e l’impatto con l’era contemporanea sono riusciti a far breccia nelle sue ferme convinzioni, il dubbio ha trovato una strada per insinuarsi. Così la strada certa e diretta si è divisa in un bivio, e da quel bivio se ne intravedevano già molti altri. Confuso e spiazzato, distaccato da quel mondo che prima appariva così rassicurante, si è trovato a dover affrontare un cammino in ripida salita, costellato di difficoltà culminate in un momento particolarmente sofferto che, tuttavia, ha rischiarato la sua realtà con una luce divina”.

Nel nostro immaginario, nella storia della comunità paesana, chi è e cosa ha rappresentato per noi l’autore? Sicuramente il mosaico è complesso, come si addice all’unicum irripetibile che è l’esistenza di ciascuno di noi, perché siamo tutti uguali ma diversi, e a maggior ragione si attaglia a una personalità di primordine nel panorama locale, persona intelligentissima e perbene, anche modesto e sempre gentile. Ma alcuni tasselli relativi al suo personale viaggio di una vita intera sono una certezza assoluta, anche per il modo con il quale ha saputo affrontare e risolvere e sublimare talune inevitabili contraddizioni della condizione umana, peraltro ottimamente delineate nelle pagine con rigore e brillantezza argomentativa e con riflessioni sincere, intime e profonde, quasi mettendosi a nudo, senza ritrosia di fronte alla fragilità dell’essere, alle tappe talvolta sofferenti del suo cammino, ai dubbi che assalgono e alla fede che pare alleviare.

Lui è stato quello che prima amiamo definire un bravo ragazzo e un giovane di belle speranze, poi un prete mancato, ma anche un militante catto-comunista autorevole e politico onesto, ma soprattutto un valoroso docente nella piena maturità; infine, un paziente gravemente malato (di epatite e tumore) poi “miracolato” dalla scienza medico-chirurgica, come lo sono coloro che hanno subito un vitale trapianto, che gli ha restituito il gusto di vivere e anche il sorriso. E tutto questo in una cornice temporalmente diacronica, nella quale svetta il suo essere un amorevole marito e padre (e nonno, grazie all’unica figlia, oggi trentaquattrenne).

Insomma, il “Filosofo” è un intellettuale vero, che ha saputo affrontare con coraggio e dignità le sfide del quotidiano vivere, senza smarrirsi o regredire, attratto da una ricerca senza fine sul senso della vita e, per dirla con Seneca, sempre assetato di conoscenza (non soltanto teologica e filosofica), perché vale per lui la citazione di Roland Barthes: il sapere ha un piacere in sé. Diciamolo subito, un testo notevole e avvincente, secco, diretto e puntuale, scritto in modo encomiabile e con pagine emozionanti di pura poesia, perciò davvero intenso, fino alla commozione. Con acuta consapevolezza e senso di autenticità, ha saputo descrivere la propria avventura umana, che nel corso della non breve esistenza ha fin qui mutato più volte la direzione intrapresa, con una vividezza di pensieri sorprendentemente cristallizzati e contestualizzati, come un diario aggiornato e arricchito nel corso degli anni, in coerenza con gli eventi.

Giovanni Di Tommaso ripercorre, il viaggio interiore con straordinaria lucidità, non senza tormenti e dubbi e lievi annotazioni anche (auto)ironiche, descrivendo con minuziosità interiore la sofferenza, la percezione reale dell’incombenza della morte, l’indubitabile amore per la vita e su tutto, il dominio del sentimento della religiosità, il bisogno di assoluto, il pensiero di Dio.

Nel libro-testamento potranno rivedersi i tanti che hanno saputo affrontare il proprio calvario, dalla malattia alla guarigione o all’accettazione della irreversibile condizione di infermo; è (e sarà) ancora uno stimolo anche per i coetanei e amici e compagni di tante battaglie, prima della fine delle ideologie; un dono per i giovani, ai quali ha offerto una vita nell’agevolare il processo della loro formazione e la perenne ricerca della Verità, e che comprenderanno quanto il mondo sia cambiato, stimando la forza d’animo di un protagonista della società tursitana, poi emigrato, così lontano sempre presente.

Non in ultimo, proprio su questo aspetto, “Il Professore” sembra volerci impartire un’ ennesima piccola lezione pure di stile, perché la ritengo involontaria e anche psicoanalitica, quando (in)direttamente richiama la nostra attenzione sulle caratteristiche antropologiche di un paese che troppo presto dimentica, non gerarchizza il valore e lo scambia col successo, e che non sempre aiuta i suoi figli più dotati. Detto in tre parole: un libro meraviglioso.>>

Salvatore Verde

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