Il libro di Antonio Signorella, poeta sensibile e pittore originale, artista riservato e rigoroso

Libri Varie notizie
Antonio Signorella, medico-pediatra, poeta e pittore
Antonio Signorella, medico-pediatra, poeta e pittore

Quando il tempo (che) soffia / Cuando el tiempo (que) sopla” sottotitolo “Dedicato a te – Dedicado a ti” è il primo libro in assoluto di Antonio Signorella, 73 anni, medico-pediatra in pensione e cultore della medicina omeopatica, ma anche poeta sensibile e pittore originale. Nato a Grassano e residente da decenni a Policoro (MT), è vedovo di  Gigliola Bruzzone (1948-2014) e padre di due figli, Luca e Teresa Maria Bruna.

Signorella è un artista riservato e rigoroso, tanto che solo nell’agosto del 2015 ha esibito alcuni suoi quadri a Matera, in una mostra personale che ha riscosso un successo di critica e di pubblico. E anche la raccolta delle trentacinque liriche è atipica, ancorché numerata, già dalla scelta della seconda lingua, lo spagnolo (con l’ariosità e il ritmo ben restituiti dalla traduzione della giovane Lorenza Fornaro), ma soprattutto perché si pone oltre le regole del mercato editoriale, essendo del tutto priva di finalità lucrative (non a  caso senza indicazione di prezzo), per esplicita volontà dell’autore.

Ciononostante, la pubblicazione, del febbraio 2016, si è avvalsa della collaborazione del giornale on line Tursitani.it, che l’ha ritenuta comunque “un ottimo strumento per la diffusione di un evento artistico-letterario ed editoriale, in grado di valorizzare ed estendere la promozione reciproca, in termini di immagine, di crescita e di cultura, anche del territorio”.

Nelle 144 pagine sono contenuti anche i quattro inserti a colori di suoi quadri (a gruppi di otto), oltre al quadro di copertina, tutti magnificamente fotografati da Donato Fusco, visual artist tursitano. Doppio il contributo di Salvatore Verde, in chiusura la sintesi critica (“Il realismo fantastico e magico-onirico nella pittura di Antonio Signorella”) e in apertura la prefazione.

Scrive Verde: “Le poesie  di Signorella, polarizzano la dimensione sensibile dei frammenti di un discorso amoroso, dell’utopia degli eterni innamorati, di un fecondo percorso nel mito dell’unità della coppia, capace di sfidare la stessa finitezza umana e, dunque, il realismo del tempo, con il groviglio dei sentimenti e l’evocazione dello struggimento, la nostalgia dell’esistenza e il rimpianto e il rimorso delle cose perdute,  ma anche con il riconoscimento grato del vero amore, della sua persistenza nella viva memoria. E in questa dimensione ripiegata sull’anacronismo ‘privato’ consiste, invece, la proiezione del suo universalismo poetico, non ancorabile al ‘cosa’, bensì alla forma del sentire e del dire, sul più rivoluzionario dei sentimenti umani, che raggiunge l’apice nella perfetta identità della vita come poesia”. Un libro inusuale e di grande tenerezza, quasi al tramonto di un viaggio, rivelandoci un autore genuino che non ha ancora finito di stupirci”

 

Antonio Signorella, Quando il tempo (che) soffia / Cuando el tiempo (que) sopla / Dedicato a te – Dedicado a ti / Poesie (Digitaland Copy s.a.s.- Ed. Tursitani.it, 2016, pp. 144, s.i.p.)

 Prefazione

Le poesie  del settantenne Antonio Signorella, medico, pittore e poeta, polarizzano la dimensione sensibile dei frammenti di un discorso amoroso, dell’utopia degli eterni innamorati, di un fecondo percorso nel mito dell’unità della coppia.

Un rapporto sentimentale cominciato in gioventù, proseguito nell’unione matrimoniale  e mai concluso, anzi, capace di sfidare la stessa finitezza umana e, dunque, il realismo del tempo. Le liriche di ieri, scritte nella pienezza della vita e della passione, si armonizzano nella ispirazione e nell’articolazione dei versi, con quelle composizioni recenti, più sofferte e dolorose, fatalmente nella solitudine, nell’evidenza del contenuto immediato, ma senza mai perdere la tenerezza.

Identico è lo spirito che anima le trentacinque liriche, con il groviglio dei sentimenti e l’evocazione dello struggimento, la nostalgia dell’esistenza e il rimpianto e il rimorso delle cose perdute,  ma anche con il riconoscimento grato del vero amore, della sua persistenza nella viva memoria.

L’adorata moglie,  dea dell’amore, autentica musa ispiratrice, desiderio esaudito, magnifica ossessione, si palesa oggi nell’assenza/essenza, esattamente come nella presenza vorace e appagante di ieri, e nella persistenza, dunque, di un sentimento forte e dolce, vertiginoso e intimo, che dipana un universo centripeto e totalizzante nella relazione coniugale, bastevole di suscitare autosufficienza relazionale, pienezza sensoriale e purezza d’animo. Al contempo, com’è noto, l’epifenomeno non muta nella stessa evoluzione esistenziale del viaggio dentro di sé, con parole alchemiche di desiderio e gratitudine, nel trionfo intimo dei sensi e nei tormenti sopiti, ma che trasudano l’enigma e il mistero,  mentre sopraggiunge il comprensibile smarrimento, l’inevitabile isolamento e il tarlo dello sconforto, residuo insopprimibile di una progressiva alterazione della condizione amorosa che, al di là del bene e del male, si frantuma nella religiosità cosmica.

Se Quando il tempo (che) soffia, dà il titolo alla raccolta, e Dedicato a te ne è il sottotitolo esplicativo, proprio (già) l’insieme di (alcuni) altri titoli indica il corposo itinerario dell’inquietudine: Appuntamento in cielo, Breve, Consolazione, Giorno dopo giorno, I doni della notte, Il buio e la luce, Il profumo dell’Amore, L’Anima nella polvere, L’immagine dell’Anima, La mia notte, Ogni bacio, Percorso, Prima felicità, Senza meta, Settanta, Una certezza, Una solitudine, Una volta la “Prima donna” d’estate.

Si coglie, cioè, l’affermazione di una prospettiva tecnico-formale oggettivamente quadrangolare, che include l’autore, all’opera prima di una produzione piuttosto rilevante, ancorché inedita, la fonte femminile assoluta dell’ispirazione, oltremodo palese (donna ideale e compagna reale), il testo delle liriche, nel solco della tradizione con ascendenze neoromantiche e moderne libertà formali, e il lettore, abituato a tale genere letterario immortale.

La poesia, sembra dirci Signorella, non ha fini né orienta, non elabora e non consola, semmai ci cristallizza la rivelazione dell’estasi infinitesimale o di più attimi, di una esistenza che a ciascuno appare unica e irripetibile (finanche immortale), oltre a un noto e paradossale (auto)ammonimento: solo chi soffre intimamente può essere creativo e assaporare, tramite il dolore e la rinuncia, brandelli di vera felicità. E in questa dimensione ripiegata sull’anacronismo “privato” consiste, invece, la proiezione del suo universalismo poetico, non ancorabile al “cosa”, bensì alla forma del sentire e del dire, sul più rivoluzionario dei sentimenti umani, che raggiunge l’apice nella perfetta identità della vita come poesia.

L’apprezzabile versione in lingua spagnola della giovane Lorenza Fornaro, sintetizza e supera il rimando al tradurre/tradire o alla traduzione/creazione, lasciando intatta la sintomatica e felice scelta dell’Autore, dettata in anni recenti dall’affetto filiale. Se ne arricchisce il ritmo e l’ariosità ispirata, svelandosi pure coerente con il lirismo e la sonorità della lingua, capace di stimolare le ancestrali profondità sedimentate in Signorella. Che ne trae e restituisce il massimo, per il nostro apprezzamento e stordimento estetico, rivelandoci un autore che non ha ancora finito di stupirci.

Tursi, febbraio 2016

Salvatore Verde

Maestro d’Infanzia, giornalista e filmmaker

Copertina del libro di Antonio Signorella
Copertina del libro di Antonio Signorella

Lascia un commento