Liliana Manfredi, autrice del libro “Il nazista e la bambina”, per la Giornata della Memoria. Lunedì 29 gennaio, ore 17,30, nell’auditorium dell’Itset “M.Capitolo” di Tursi

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Liliana Manfredi

In occasione della Giornata della Memoria che vuole ricordare, per stigmatizzarli, gli eccidi perpetrati dai nazifascisti nel corso del secondo conflitto mondiale, l’Itset “M. Capitolo” di Tursi incontra Liliana Manfredi, una testimone che in prima persona ha vissuto le atrocità della furia nazista. L’evento curato da Filomena D’Ettorre e Teresa Crispino, entrambe docenti di lettere, si svolge nell’Auditorium dell’Istituto,  lunedì  29 gennaio, alle ore 17,30,  alla presenza del sindaco Salvatore Cosma, Maria Anglona Adduci, assessore alla cultura, e del  vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro Vincenzo Carmine Orofino. Il loro atteso intervento seguirà il saluto del dirigente scolastico Angelo Castronuovo.

La protagonista, autrice  del libro dal titolo “Il nazista e la bambina”, racconta la sua terribile vicenda umana che si conclude con un insperato lieto fine. Nel mese di giugno del 1944, a seguito di un agguato partigiano  sulle colline di Reggio Emilia, trentadue civili del posto vengono trucidati dalle SS per rappresaglia. Tra loro vi è Liliana, undicenne, che pur colpita da numerose pallottole non muore, riesce a fuggire e viene ritrovata dal nazista addetto alla ricognizione che, cosa incredibile davvero, invece di darle il colpo di grazia, sfidando la corte marziale la prende nelle sue braccia e la depone ai margini della via principale perché qualcuno la soccorresse. È un vero miracolo! Nel cuore ostile dell’odiato nemico affiora un sentimento di pietà profonda per chi non ha alcuna colpa, una bambina innocente che subisce tragicamente la stolta violenza della guerra.

“Abbiamo voluto commemorare le vittime dell’Olocausto in maniera intensa, con le parole e la testimonianza di chi ha vissuto le drammatiche vicende della guerra sulla sua pelle, la sua inumana violenza ma al tempo stesso ha sperimentato quanto l’animo umano sia complesso:  non esistono il bene ed il male come due entità nette e separate ma, ed è questo che ci conforta, spesso ritroviamo il bene dove mai avremmo pensato “, commentano le due curatrici D‘Ettorre e Crispino

È sicuramente un messaggio di speranza quello che proviene da questa toccante vicenda di vita vissuta, attuale come non mai ai nostri giorni in cui l’egoismo e la violenza imperano; essa ci dice che non tutto è perduto, che l’essere umano ha mille risorse per riscattarsi con le sue qualità più alte come l’attenzione disinteressata all’altro, la comprensione e la partecipazione alle sue sofferenze. Questo sembra voler significare la Manfredi, autrice del libro “Il nazista e la bambina”, quando dice “Coltivo il sogno che ci sia un limite oltre al quale l’uomo ritorni in sé e trovi la forza di cambiare non solo se stesso ma tutto il mondo”. Noi adulti, aiutiamo i nostri giovani a coltivare questo splendido e necessario sogno di rinascita.

Mons. Vincenzo Carmine Orofino, vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro

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