“L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica musicale” di Agnese Schettini, una stimolante pubblicazione di notevole interesse scolastico e culturale

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L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica musicale della prof. Agnese Schettini (Zaccara Editore, Lagonegro, PZ, 2014, pp. 153, s.i.p.), dirigente scolastico dell’Istituto “L. Milani” di Policoro (MT), è una pubblicazione di qualche anno fa ma di indubbio interesse scolastico e culturale, quindi non soltanto per i docenti di educazione musicale, ma anche per gli esperti ed appassionati del settore. Il testo è un tentativo riuscito di puntuale storicizzazione della problematica, scontando appena il superato riferimento a taluni supporti e software inevitabilmente datati. Esso mantiene sostanzialmente intatta l’attualità evolutiva dell’impianto analitico e dell’approccio metodologico, pur essendo il naturale sviluppo editoriale della tesi di fine corso dell’autrice. Che ha conseguito il titolo a Vibo Valentia,  nell’anno accademico 2007/08, al Politecnico Internazionale “Scientia Et Arsia”, Musica, Scienza e Tecnologia del Suono, relatore il prof. Piero Paolo Cusato (Siderno, RC, 29/06/1960 – 30/09/2010), tastierista internazionale, docente di Jazz, direttore d’orchestra e compositore prolifico anche di pubblicazioni scientifiche, prematuramente scomparso. Ma il valoroso accademico era pure e soprattutto un convinto sostenitore e sperimentatore  del Midi, acronimo di Musical Instrument Digital Interface (protocollo standard per l’interazione degli strumenti musicali elettronici, anche tramite un computer). A lui, “per la lungimiranza, il supporto e il sostegno”, deve molto la ricerca e la stesura del notevole testo della Schettini, che si presenta articolato, appassionato e stimolante per molteplici ragioni: ha un ricco apparato bibliografico (più di 120 i testi citati, una decina sono in lingua inglese), con diverse fonti da riviste e una variegata e abbondante sitografia, oltre ai precisi riferimenti normativi (leggi, decreti ministeriali, circolari).

Ma è proprio il corpo centrale della tesi che incuriosisce e affascina, stimola e convince, già dalla premessa, nella quale, con chiarezza e assoluta padronanza, esplicita che “l’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare, in generale, il diverso utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica dell’educazione musicale e, in particolare, di verificare come, in circa 30 anni, il computer si sia gradualmente inserito nelle attività didattiche musicali tanto da poter diventare oggi il nuovo strumento del ‘fare musica’ e, di conseguenza, come l’aula musicale assuma sempre di più le caratteristiche fisiche, metodologiche e  formative tipiche del laboratorio di informatica”. Ragionamento sviluppato nel capitolo introduttivo delle “tecnologie per la didattica” e poi in quello del loro “utilizzo nei documenti programmatici ministeriali”, “nella prassi didattica dei docenti” e “nei libri di testo”, oltre che “nei Progetti Speciali per le attività musicali”. Infine, la Schettini si concentra, anche facendo ricorso a esempi concreti e sperimentati, come tali attività siano state dispiegate nel laboratorio (di informatica e) musicale multimediale, per lo sviluppo della percezione uditiva, utilizzando (ad esempio) il software Band-in-a-Box con le proposte di Pitch Invasion e Music Replay e sui parametri del suono, tramite i programmi, nel caso quello di  Steinberg WaveLab, i quali consentono esperienze di manipolazione del suono e come tutto questo prefiguri una nuova didattica laboratoriale e il ruolo e la nuova identità del docente di educazione musicale.

Grandi cambiamenti che le nuove tecnologie stanno determinando nella società e, quindi, anche nel mondo musicale, coinvolgendo pienamente la scuola e i docenti. In buona sostanza, da estensione degli organi fisici dell’uomo e dopo oltre un secolo di utilizzo dell’elettricità, i nuovi mezzi tecnici offerti dalla tecnologia contemporanea vanno intesi come estensione del nostro stesso sistema nervoso. “I computer e le reti telematiche aboliscono le distanze di tempo e spazio e, come mai nel passato, coinvolgono l’uomo nella totalità del processo sociale: oggi ogni esperienza umana è messa istantaneamente in rapporto con le altre”. In tal modo stanno ristrutturando gli stessi processi di apprendimento, perciò, le metodologie didattiche dell’insegnamento devono adeguarsi a questi cambiamenti. Prima ci si basava molto sulla comunicazione verbale e scritta e, conseguentemente, su schematizzazioni lineari che procedevano dal particolare al generale. Nell’insegnare (storia della) musica, ci ricorda la Schettini, che è diplomata in Pianoforte ed è stata a lungo una docente di valorosa esperienza,  si procedeva con la cosiddetta “lezione frontale”, utilizzando le immagine del testo e qualche ascolto musicale riprodotto sul pianoforte (primi anni Settanta) o  da qualche giradischi (dischi in vinile) o registratore (anni ’80) e poi con le audiocassette e le videocassette; ma tutto è cambiato con i Cd-Rom e Dvd, gli ipertesti e Internet, con una immersione plurisensoriale e con l’abbinamento immagine-suono, consentendo una personalizzazione delle interazioni degli alunni, rispetto alle proposte e ai percorsi e ai propri stili di apprendimento.

Novità maggiori, comunque, si prospettano per le attività di produzione e creazione musicale, aprendo nuovi e stravolgenti scenari. L’autrice ha verificato come pian piano sia a livello teorico (atti di indirizzo ministeriali ) che a livello pratico (nella prassi didattica quotidiana) le nuove tecnologie stanno sempre più affiancando le attività di insegnamento. Superata “una prima fase di indifferenza” (nei programmi per la scuola Media del 1979 il riferimento è totalmente assente), e poi di una comprensibile cautela (nei programmi per la scuola Elementare del 1985, si riconosce l’importanza del computer nella società ma si invita ad evitare infatuazioni verso lo strumento), dal Duemila in poi il Ministero della Pubblica Istruzione ha investito grandi somme di denaro sia per fornire tutte le scuole di singoli computer, di laboratori informatici e di collegamento telematici sia per offrire a tutti i docenti la formazione necessaria all’uso delle nuove tecnologie. Dal 2004, in particolare, l’informatica è diventata uno dei tre pilastri (con l’inglese e l’impresa) su cui rafforzare la scuola italiana (viene pure ufficialmente previsto l’utilizzo di software per manipolare ed elaborare materiali sonori).Tuttavia, nella realtà scolastica, non esisteva una documentazione certa riferita alla prassi didattica dei docenti, anche se talune ricerche testimoniano che il pc è tra i mezzi e sussidi più utilizzati durante le attività, come confermato indirettamente dalle proposte, che costituiscono il riferimento per il lavoro d’aula, contenute nei libri di testo, in adozione nelle varie scuole. Insomma, dai contenuti teorici e ascolti passivi si è passati alla più coinvolgente pratica corale e strumentale, per approdare alle basi preregistrate e all’utilizzo dei software musicali.

Sempre con chiarezza esemplare, acutezza dello sguardo e competenza assoluta, infine, scrive la Schettini: “Ogni laboratorio di informatica può essere trasformato in laboratorio musicale, dove applicare nuove metodologie di insegnamento, aprendo nuovi scenari e una ridefinizione dei saperi e delle modalità formative. L’universo digitale e telematico permette l’acquisizione dei saperi tramite le modalità dell’immersione (emozione, intuizione) e tramite la modalità dell’astrazione (senso logico). In questo modo l’apprendimento è sollecitato sotto gli aspetti sia visivi che uditivi, sia formali che informali. Nel laboratorio, quindi, si abbandona la logica della ri-produzione del sapere per dare spazio alla ri-costruzione, alla re-invenzione delle conoscenze”. Nel campo specifico, scolastico e non, si prospettano novità relative all’autoproduzione musicale e all’elaborazione di un nuovo concetto di suono, consentendo a una vasta utenza di poter creare musica con mezzi relativamente poco costosi, anzi, potendola produrre e distribuire anche destrutturando brani precedenti e ricomponendoli a piacimento, pur sapendo che questo origina problemi dal punto di vista dei diritti d’autore. “Ma sono proprio i non musicisti a trovare nell’autoproduzione la loro più completa realizzazione, creando un nuovo universo sonoro, determinato proprio dall’innovazione tecnologica, che ha reso lo spazio creativo  infinito, interminabile e assolutamente privo di confini e limiti. Nessuno può dire come sarà la musica domani”. Una visione lodevolmente positiva, fiduciosa e realistica tendente all’ottimismo, come deve essere la concezione del mondo e dell’azione quotidiana di una generosa, intelligente e talvolta “eroica” educatrice e guida per insegnanti e allievi.

Salvatore Verde

Nota biografica di Agnese Schettini

Agnese Schettini, 53 anni da poco compiuti, è Dirigente scolastica dall’a.s. 2012-13, in precedenza, e per oltre venti anni, ha insegnato in tutti gli ordini di scuola, dall’Infanzia alla Primaria e alla Secondaria di I e II Grado. Nata nel 1966, in una famiglia di insegnanti (madre, zii e amici di famiglia erano quasi tutti maestri di scuola Elementare e il padre Direttore Didattico), la Schettini ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di 5 anni e, da studente, ha seguito le varie attività di formazione (rivolte anche ai docenti) sulle novità introdotte dai “Nuovi Programmi” (1985) per la scuola Primaria e, in particolare, quelle relative alla “Educazione al Suono e alla Musica”. Al termine del Liceo Scientifico e dopo aver acquisito anche i Diplomi di Maturità Magistrale, di Pianoforte e di Didattica della Musica, ha svolto l’attività di docente; le prime esperienze sono in progetti musicali realizzati nella scuola Primaria, poi è insegnante di ruolo nella scuola dell’Infanzia (che coincide con il primo anno di attuazione dei Nuovi Orientamenti del 1990), quindi passa nelle scuola Secondaria di I e II grado.

Ma è l’amore per lo studio e per la formazione continua che ne caratterizzano e arricchiscono il profilo umano, professionale e dirigenziale, partecipando in particolare a vari corsi proposti dalla Siem (Società italiana dell’educazione musicale), dall’Aimc (Associazione italiana maestri cattolici) e all’Università degli studi di Salerno e di Bergamo. Altrettanto significativi gli incontri con valorosi accademici, quali Johannella Tafuri, Mario Baroni, Giuseppe Acone e Giuseppe Bertagna. Dall’a.s. 1997-98, ha iniziato a interessarsi dell’introduzione delle nuove tecnologie nella didattica; la sua fondamentale frequenza ai corsi di II livello Accademico, organizzati dal Politecnico Internazionale “Scientia et Ars” di Vibo Valentia, con personalità di rilievo come Antonella Barbarossa, Orazio Antonio Barra, P.P. Cusato, Gianfranco Confessore e altri, le hanno consentito di conoscere e sperimentare l’utilizzo delle tecnologie digitali nel mondo della musica. Si pensi, esemplarmente, all’intero iter “rumore-suono-nota-composizione-prodotto musicale” e all’abbinamento dell’acustica “analogica” degli strumenti musicali tradizionali con le tecnologie digitali più avanzate di creazione e gestione del suono. La carriera di Dirigente  scolastica si è tutta sviluppata nell’Istituto Comprensivo n. 1 “L. Milani” di Policoro, scuola all’avanguardia, che abbina alla rinomata qualità pedagogica l’uso degli strumenti digitali nella didattica quotidiana. (s.v.)

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