Totonno Parciante si è spento martedì 14 giugno, a 94 anni

Cronaca
Domenicantonio Parciante, detto Totonno
Domenicantonio Parciante, detto Totonno (foto della famiglia)

Totonno Parciante è morto serenamente questa mattina  (verso le ore 6,30 di martedì 14 giugno) nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Policoro, dove era stato trasportato dal servizio del 118, per un improvviso malore, probabilmente a causa di una emorragia al torace, pur restando sempre lucido e vigile.

Nato a Tursi il 23 maggio 1922, Domenicantonio Parciante, così all’anagrafe, era tra i più anziani* del paese, avendo compiuto da poco 94 anni, e sicuramente tra i più attivi e dalla portentosa memoria. Secondogenito di cinque figli del calzolaio Giambattista e di Maria Truncellito, di Valsinni, donna colta e anche autrice di liriche, per lungo tempo ha fatto parte della locale banda musicale (assieme al padre). Alto e con il fisico asciutto, pur con qualche acciacco inevitabile, era una persona intelligente e garbata, metodica, ordinata  e precisa, con una vecchiaia vissuta sempre e fino all’ultimo in ottime condizioni di salute, tanto che la sera prima era regolarmente alla guida della sua auto.

Il 27 aprile 1958 aveva sposato a Rocca Imperiale (CS) l’amatissima compagna di una vita, Carmela Milano (n. 1934), originaria del vicino comune calabrese. Dal felice matrimonio sono nati due eredi, Giambattista (Tursi, 1960), noto medico ortopedico dell’ospedale policorese, residente a Tursi con la moglie Anna e i due figli Antonello e Giandomenico,  e Torquato Mario (Tursi, 1961), due lauree, informatore scientifico, che vive con la moglie Filomena e il figlio Antonio a Rocca Imperiale.

Mario e Giambattista, che è stato anche assessore comunale Dc negli anni 1989-91 e 1991-93, sono stimati professionisti, ma anche con più ampi, significativi e apprezzati interessi culturali, musicali e associativi, dunque, assai conosciuti, soprattutto dalle nuove generazioni. Esattamente come Totonno lo era stato nel passato, così appellato da sempre e affettuosamente dagli amici, dal dopoguerra agli anni Ottanta, quando ha gestito lo storico Bar Parciante, vicino alla Croce, per mezzo secolo (dal 1949 al 1999), con regolare iscrizione alla Camera di Commercio di Matera (il locale è tuttora aperto, pur se negli anni sono stati diversi i gestori).

Non sembri eccessivo il tributo, perché quel bar ha segnato una svolta nel costume, nelle relazioni sociali e nelle abitudini locali, non soltanto perché aperto tra i primi in regione nel periodo postbellico o per aver a suo tempo detto si al flipper. Di certo, segnando il limite a sud dell’abitato,  è  stato il primo bar a Tursi, inoltre, ha introdotto la consumazione del “famosissimo thè di Parciante”, ma soprattutto era la prima alternativa alle cantine.

Nel frequentatissimo esercizio si riunivano, in una sorta di dopolavoro agricolo, contadini e operai, cacciatori e visitatori, poi impiegati e studenti, mentre si diffondeva l’abitudine al consumo degli alcolici e superalcolici (la domenica si brindava o ci si consolava con lo “Stock 84”, dopo l’ascolto radiofonico di “Tutto il calcio minuto per minuto”), ma anche degli amari (era amico personale del cav. Pasquale Vena, quello dell’Amaro Lucano). Allora era anche il tempo del successo delle economicissime gazzose e della spuma ai vari gusti, oltre al vino, s’intende, il tutto rafforzato con le partite a carte, nelle quali si sperimentavano sfottò e si incrinavano amicizie, per periodi più o meno lunghi, a seconda della permalosità.

Anni difficili, seguiti dalla ricostruzione anche morale del paese e del boom economico degli anni Sessanta, vissuti nel bar giocando al biliardino (calcio balilla), con l’ascolto del juke-box, fino a quando la concorrenza si è allargata, con la nascita dei nuovi bar, più ampi, dotati di biliardo e tavolini, poi anche all’esterno. Dapprima rara, la presenza femminile è arrivata solo più tardi e per l’acquisto del gelato artigianale (la concorrenza successiva di Vincenzo Calciano solo in questo reggeva); in seguito si è definitivamente normalizzata dagli anni Settanta, riflesso della scolarizzazione di massa e delle nuove conquiste di vita delle donne.

Domenicantonio Parciante è stato un padre intelligente e straordinariamente amorevole e nonno affettuosissimo, segnato da un carattere genuino e immediato, diretto e bonario, sempre circondato anche dalla reciproca stima dei compaesani, in questo assai simile agli indimenticati fratelli e sorelle: Fabio (deceduto pochi anni addietro, a  98 anni, in Puglia, dove abitava con la famiglia); Porzia Maria (Tursi, 12 ottobre 1919 – Bari, 31 marzo 2003); Teresa (Tursi, 15 ottobre 1933 – 30 settembre 2014); Attilio (26 novembre 1924 – 27 maggio 1992), ma Quintino, il più giovane, morì  a  sei anni appena.

Un personaggio al quale eravamo tutti legati, in qualche modo, anche per una innata simpatia mostrata verso i giovani, per i quali ha sponsorizzato con sincera passione innumerevoli iniziative e sostenuto tornei di calcio, un modello poi esportato nel circondario. Tuttavia la vicenda umana assolutamente più unica di Totonno, è stata senza dubbio la storia del suo rientro a casa, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Qualcosa di incredibile eppure vera. A piedi da Roma, seguendo i binari, a tratti sui treni, fino a Tursi, rischiando di morire a Pozzitello di Pisticci, confusi per sbandati, lui e altri due tursitani (uno era Pasquale Sarubbi). La Rai gli ha dedicato un servizio speciale nella primavera del 2014.

Un’avventura, la guerra e il ritorno, che amava ricordare con minuziosità, perciò rivelatrice del segno lasciato in profondità anche nei tratti affabili della personalità. Solo chi ne ha passate tante, con innumerevoli sacrifici, gustando le piccole gioie e le conquiste della quotidianità, poteva amare la vita in modo così intenso, duraturo e solare, ed essere poi capace di trasmetterla del tutto naturalmente alle nuove generazioni, in famiglia e a chi l’ha conosciuto, con il suo modo di interloquire davvero unico, e con il sorriso, con il quale ameremo ricordarlo.

Mercoledì 15 giugno, alle ore 16,30, il funerale nella cattedrale diocesana dell’Annunziata.

Salvatore Verde

* Sono 44 gli ultranovantenni, 14 maschi e 30 femmine, viventi a Tursi, nati prima del 1925. Dati Istat, al 31 dicembre 2015.

La sede dello storico Bar Parciante (vicino la Croce)
La sede dello storico Bar Parciante (vicino alla Croce)
Il bar in costruzione, nel 1948
Il bar in costruzione, nel 1948

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