Il sinistro si è verificato verso le ore 12,40, nella zona dei Giardini di Tursi, poco dopo il bivio per la località Finata. L’impatto è stato praticamente quasi frontale e la vittima, che era alla guida del suo treruote, sembra aver perso la vita sul colpo. Illeso il conducente del furgone, Giuseppe Di Noia, che si è diretto a cercare aiuto nei pressi, sconvolto dall’accaduto e forse già consapevole dell’esito della tragica fatalità. Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118 anche da Matera, che hanno tentato un soccorso di rianimazione ma invano. Molti anche i carabinieri arrivati, della stazione di Tursi e gli agenti del 112 di Policoro, i quali hanno proceduto ai rilievi di rito, per ipotizzare la dinamica dell’accaduto, tuttora non chiara. Sembra infatti, che il piccolo mezzo stesse uscendo dalla strada interpoderale, una traversa interna che si immette nel tratto stradale provinciale, mentre sopraggiungeva il furgone, in direzione opposta. Il corpo, sbalzato a terra nel sinistro, è stato quindi trasferito all’obitorio del cimitero comunale, a disposizione delle autorità. Il dottor Pasquale Calbi ha proceduto alla constatazione del decesso e ispezionato il corpo, che presentava una ferita alla regione occipitale ed ecchimosi in varie parti del corpo. Esclusa comunque l’autopsia. Adesso si attende la necessaria autorizzazione del PM Annunziata Cazzetta del Tribunale di Matera per il funerale, che potrebbe svolgersi martedì pomeriggio (2 giugno), nella cattedrale. Il Di Santo, persona nota e tranquilla, lascia la moglie e due figli, Michele e Giuseppe.
Salvatore Verde
I funghi, il territorio lucano e la scoperta della Basilicata al centro di un progetto scolastico di notevole portata e interesse, durato circa un mese e concluso venerdì 22 maggio. “Portiamo con noi l’idea di una scuola nuova che educa e forma, il valore di un progetto che ha saputo ben integrare didattica e territorio e l’esperienza di una competenza acquisita sul campo, oltre alla scoperta di una regione fantastica”.
È la sintesi dei giovani Lazzaro Rina e Martina Latriglia, due dei quindici studenti scelti col criterio del merito (sono nove le studentesse), delle classi terze e quarte dell’Istituto di istruzione superiore “Carlo Pisacane” di Sapri, in provincia di Salerno, il maggior centro del Golfo di Policastro. I ragazzi dell’indirizzo agrario ed alberghiero hanno partecipato al progetto “Il fungo dal bosco al piatto”, finanziato con i Fondi strutturali europei – PON per la Scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento (Fse-Fesr), 2014-2020 (a livello nazionale coinvolgono 3 milioni di studenti, 250mila docenti e personale della scuola e 200.000 adulti).
L’I.I.S. saprese è una scuola con cinque indirizzi, compreso il Classico (dal 1935, autonomo dal 1949), lo Scientifico (in autonomia dal 1975) e il Musicale, con oltre mille alunni, è tra i più attivi dell’intera Campania, affidato dal settembre 2008 alla prof. Franca Principe, dirigente scolastico che ne ha ampliato e potenziato indirizzi e attività di riconosciuto livello, proprio come l’istituzione nel 2010 del professionale per i Servizi di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera (Ipseoa), operando in un’area a forte vocazione turistica.
“Il progetto è un C5, vale a dire di stagistica (180 ore) e alternanza scuola lavoro – illustra la dirigente -. Nell’arco di un mese gli studenti hanno seguito seminari, visitato aziende, incontrato esperti di settore. Il progetto prevedeva escursioni e visite nella regione ospitante e un percorso di tirocinio sul campo sotto la guida di tutor aziendali. Il nostro istituto è molto dinamico, i programmi annuali puntano a costruire cultura di impresa e la stessa identità della scuola punta molto sull’innovazione”.
La vicinanza con la confinante Basilicata ha accresciuto l’entusiasmo dei partecipanti, sorpresi di conoscere più in profondità una realtà storica e ambientale di primordine, ma che forse ha ancora problemi di comunicazione. L’azione educativa riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico del territorio”, ci dicono due (dei quattro) tutor docenti accompagnatori di “sala” e di “accoglienza” dell’Alberghiero Giuseppina Di Giorgio, marateota, e Franco Picerno, calabrese, rispettivamente con 18 e 20 anni di servizio.
Guidati dagli esperti professori Franco Pancari e Antonio Farina (autori di pubblicazioni importanti sui funghi e la vinificazione domestica), gli alunni hanno avuto l’opportunità di conseguire il patentino che abilita alla raccolta dei funghi, con la filiera di trasformazione colturale nell’Agri Funghi Basilicata di Rocco Lupo e Maria Teresa Lapolla, in agro di Montalbano Jonico. Altre attività si sono sviluppate sui prodotti tipici, nell’agriturismo “Le Tre Colonne” di Tursi, con lezioni sullo smaltimento dei pani, l’agricoltura convenzionale, quella biologica e integrata, l’approfondimento dei processi di lavorazione dei prodotti per l’immissione e la canalizzazione sul mercato, la creazione di prodotti di nicchia e di eccellenza a km zero.
La comitiva è stata ospitata all’Hermes Hotel di Policoro, ma c’è stato tempo e modo di visitare l’azienda “Ancona“, dove si trova frutta di nicchia e il “ficotto” (dai fichi), il Bosco Magnano, la Catusa, Tursi, Matera, San Costantino Albanese, Pistici, Bernalda e il Metapontino, la vicina Puglia, nella provincia di Taranto. Organizzato dalla Virgilio Travel di Pozzuoli, vincitore del bando, il progetto sarà rendicontato sul sito del Ministero.
Salvatore Verde

Aldo Pitrelli
“Proveremo a ripartire dalla Promozione, dopo un campionato decisamente sfortunato, negativo e con diversi errori, soprattutto con limiti finanziari che alla fine hanno inciso, e questo ci ha tolto la tranquillità necessaria. Riconosco però a tutti l’impegno profuso. Io sono e resto a disposizione per un progetto di rilancio, ma questo lo decideremo nelle prossime settimane”. Così Francesco Caldararo, presidente del Tursi Rotondella appena retrocesso dall’Eccellenza, dopo la sconfitta subita dal Soccer Lagonegro nello spareggio play out.
Il giovane mister Giovanni Marino, primo collaboratore del tecnico tursitano Aldo Pitrelli è altrettanto franco: “Sono arrivato in corsa e l’impresa per l’obiettivo stagionale della salvezza era già compromessa quasi del tutto. Noi tutti abbiamo dato quello che potevamo, ma non è bastato. Aggiungo che anche l’ambiente non ci ha creduto e l’impressione è che la società sia stata lasciata sola. Ci consoliamo almeno con la vittoria del Campionato provinciale allievi, perciò l’esperienza acquisita in un torneo assai ostico è per me positiva e ringrazio la società per l’opportunità che mi è stata data”.
Con sano realismo, il dirigente Giuseppe Pitrelli ammette: “C’è rammarico indubbiamente, per una serie di irrisolte difficoltà incrociate nel nostro cammino, in particolare nel girone di andata, quando ci siamo affidati a un rosa non adeguata al nostro progetto, e anche i giovani non sono bastati, infatti ci è mancata l’esperienza. Ma stiamo già impegnandoci per un riassetto societario, che darà presto i suoi frutti”.
Altri ci fanno notare che eventuali sviluppi saranno messi a fuoco soltanto dopo le elezioni comunali di domenica, senza nulla escludere: dalla presenza in Promozione alla domanda di ripescaggio, dallo spostare il titolo in altro comune al ritiro definitivo. Si vedrà. I tifosi sperano, magari anche di vedere il derby con lo Jonio Sport Tursi.
Salvatore Verde

Giovanni Marino

Giuseppe Pitrelli

Francesco Caldararo
Si svolgono nel pomeriggio di mercoledì 27 maggio, alle ore 16, nella cattedrale dell’Annunziata, i funerali di Massimo Castelluccio, 47 anni, sposato, morto lunedì in campagna sotto un trattore. Il sindaco Giuseppe Labriola ha dichiarato il lutto cittadino.
Verso le ore venti la scoperta dell’incidente nella zona di Ponte Masone, in località Piano Amendola. Un passante ha notato il trattore ribaltato, con il corpo immobile. Immediati i soccorsi, vano qualsiasi tentativo di rianimazione e non agevole l’estrazione del corpo, da parte dei vigili del fuoco.
Sul luogo sono arrivati subito gli operatori del 118, con la guardia medica Giuseppe Romolo Cardillo, che ha constatato il decesso, facendolo risalire almeno a due-tre ore prima. La morte sul colpo è stata causata dallo sfondamento cranico-toracico, con fratture multiple in varie parti del corpo, ma senza nessuna macchia di sangue all’esterno. Sul luogo anche una moltitudine di persone rattristate dalle notizia.
Le indagini e i rilievi dei carabinieri di Tursi, guidati dal mar. Gianpiero Ricciardi, vanno nella direzione dell’assoluta fatalità. Una ruota del trattore è finita probabilmente su un “gradino” della strada interpoderale, il sobbalzo avrebbe fatto concludere la marcia del mezzo capovolto nell’adiacente torrente Pescogrosso.
Autorizzata dal PM del Tribunale di Matera Salvatore Colella, la salma è stata poi trasportata all’obitorio del cimitero comunale ed ispezionata dal medico Maurizio Stigliano. Non necessaria l’autopsia. Dunque, una mesta vigilia della festa patronale e programma serale ridotto anche della Santarsieri Band, dopo la preghiera del parroco don Battista Di Santo.
Dolore palpabile nella comunità tursitana, per una persona molto benvoluta e una famiglia stimata, già toccata negli anni da una incredibile sequenza di disgrazie analoghe: il fratello Antonio perì senza colpa a un posto di blocco, a Ponte di Murco di Tursi (lo Stato ha dovuto risarcire); il padre Giovanni, cadde fatalmente nelle scale di casa; il suocero Nino Nuzzaci morì a seguito di un incidente sul lavoro.
Salvatore Verde
Oltre 250 alunni delle scuole di Tursi, Policoro e Scanzano Jonico hanno dato vita alla decima edizione della “Corriconoi-Ricordando Vito”.
La manifestazione podistica di quasi fine anno, svoltasi per la prima volta nello stadio comunale di Montalbano Jonico, era riservata agli alunni delle scuola Primaria e Secondaria ed è stata organizzata come sempre dall’Atletica Amatori Tursi e dall’Istituto Comprensivo “ A. Pierro” di Tursi, con il patrocinio del Coni, della Fidal Basilicata, dei comuni di Tursi e Montalbano Jonico.
L’evento sportivo deve molto al coinvolgimento e alla collaborazione dell’Associazione di volontariato “ V per Vito” e dell’Avis di Tursi, associazioni con le quali l’Atletica Amatori Tursi ha stretto un forte sodalizio da alcuni anni. L’evento si è rivelato ancora una volta un grande successo sportivo, per i giovanissimi atleti in età compresa tra i 6 e i 14 anni. Allo stadio, infatti, sotto un sole quasi estivo, c’era un pubblico partecipe ed entusiasta con la presenza gioiosa di molti genitori, parenti e amici, venuti ad ammirare i propri figli alle prese per la prima volta con la pista di atletica.
Sicuramente è stata per i ragazzi un’ esperienza bellissima. Dopo il minuto di silenzio sul brano “Wish you Were Here” dei Pink Floyd, dedicato a Vito Gravino, il giovane socio scomparso tre anni addietro in un incidente a Roma, il prof. Antonio Rondinelli, speaker e commentatore ufficiale dell’evento, ha dato il via alle varie gare, alla presenza dei giudici di gara della Fidal di Basilicata e dello staff organizzativo della società organizzatrice.
Le gare si sono svolte su cinque differenti distanze: 60 metri per i bambini della prima Elementare, 80 m. per quelli frequentanti le classi 2^ e 3^ e 100 m. per le classi 4^ e 5^; i 400 metri per i ragazzi delle classi 1^ e 2^ della Secondaria di 1° Gardo; infine, la gara di 600 metri riservata alla categoria dei Cadetti M/F, comprendenti ragazzi della Terza e della Prima classe della scuola Superiore. La bella giornata di sole ha favorito lo svolgimento delle competizioni con tutti gli atleti in grande sicurezza. Al termine, la prof.ssa Carmela Liuzzi, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo tursitano, ha ringraziato tutti i partecipanti e gli organizzatori, rivolgendosi anche al giovane scomparso con un applaudito “ Ciao Vito”.
Il Presidente dell’Atletica Amatori, Antonio Le Rose ha ringraziato anch’egli tutti i dirigenti delle scuole partecipanti, gli amministratori locali e l’associazione “L’Istrice”, che hanno collaborato tutti all’evento sportivo, concludendo così: “Abbiamo scelto Montalbano Jonico, che è a metà strada tra Tursi e Policoro, per dare anche visivamente il senso del nostro progetto che vuole promuovere l’atletica partendo dal territorio e dai giovanissimi, coinvolgendo le istituzioni scolastiche. Avevamo fatto una scommessa di portare all’attività motoria sempre più praticanti in un ambiente sereno, competitivo ma leale. Noi pensiamo di averla vinta”.
Per la cronaca, queste le classifiche per categorie, maschile e femminile.
Esordienti M/F
Classi prime della scuola Primaria: FORTE Federico, LATORRACA Daniele (sezione A Tursi), BUCCOLIERI Mattia (sez. B Tursi):
GIANPIETRO Rosalba, PINTEA Alexandra, MASTROSIMONE Martina (tutti della Prima A).
Classi 2^ e 3^ scuola Primaria: RUBOLINO Enzo (2° “B”), DIGNO Samuele (IIA), RUSSO Vincenzo (IIB), della scuola tursitana.
CASTRONUOVO Marimena, CALDARARO Giulia e CIULLO Francesca (IIB di Tursi);
Classi 4^ e 5^ scuola Primaria: CARIA Elias (5 B Tursi), BIANCOFIORE Giuseppe (VB I. C. 2° Policoro), MORMANDO Mattia (VB I.C. 1 Policoro).
VIGGIANO Giusiana (VA I.C. 2 Policoro), SPADAFORA Serena (VA Tursi), VITI Annachiara (VA I.C. 2 Policoro).
Ragazzi/e
Classi 1^ e 2^ scuola Secondaria di Primo Grado: BUONFIGLIO Giuseppe (2E Media), VALLUZZI Luigi (IB); VALINOTI Felice (2B), tutti dell’Istituto comprensivo 2° di Policoro.
PIPINO Swami (2A Media, I.C. “A.Pierro” di Tursi), MARTOCCIA Andrea (2B) e IMPERATRICE Simona (1A), dell’I.C. 2 di Policoro.
Cadetti/e
Classi 3^ Secondaria di Primo Grado e 1^ Secondaria Superiore: GALLO Gabrile e D’AMICO Gaetano (entrambi della classe IA dell’Isis “Pitagora di Policoro), D’ERRICO Leonardo (IIIA dell’ I.C. “A.Pierro” di Tursi).
ZAID Sabrine (IIIB, I.C. 2 di Policoro), PELLEGRINO Francesca (3C, I.C. “Pierro” di Tursi), TAURO Maria T. (IA Itcgt “ Capitolo” diTursi).

Donna Lena e Salvatore Verde
“Perché scrivere un libro, quando la vita di una persona è già un romanzo?”. Quesito tutt’altro che irrilevante. Se lo poneva tra gli altri Marguerite Yourcenaur (pseudonimo di Marguerite Cleenewerck de Crayencour (Bruxelles, 8 giugno 1903 – Mount Desert, Maine, USA, 17 dicembre 1987), grandissima scrittrice e accademica di Francia.
E di vite romanzate anche a Tursi se ne troverebbero molte, se soltanto volessimo approfondire le vicende umane di tanti tursitani meritevoli, ma tuttora sconosciuti ai più, le storie dei quali appassionerebbero di certo ancora oggi. In tal senso, anche per i richiami alla stringente e tragica attualità del fenomeno dell’emigrazione, risulta davvero emblematica la storia di un emigrante atipico come quella dell’orafo Vincenzo Nicola Domenico D’Alessandro (Tursi, 23 marzo 1884-21 dicembre 1962), figlio di Filippo e di Carmela Tucci.

Coniugi Rosa Reale e Vincenzo D’Alessandro
Appena diciottenne, nel 1902, affrontò il viaggio per le Americhe, sbarcò in Brasile e frequentò la scuola d’orafo a San Paolo, diventa bravissimo ai limiti del virtuosismo, salvo poi fare ritorno in patria, dove ritrovò l’amore, visse nel paese natio, si sposò a 41 anni e diventò padre di tre figli (uno dei quali muore bambino), rimase vedovo per quasi tre lustri e morì a 78 anni, per le complicanze di una bronchite.
In questa attività di artigianato prezioso, è il caso di dire, mise in luce il suo straordinario talento, facendosi apprezzare oltreoceano come riferimento assoluto nel caso di lavori particolari. La leggendaria cantante lirica di origini italiane Adelina Patti (Adela Juana María Patti, Madrid, 19 febbraio 1843 – Crayg-y-Nos, 27 settembre 1919), soprano del Teatro dell’Opera della metropoli brasiliana, lo volle quasi come gioielliere personale. Per lei, nata in Spagna e cresciuta negli Stati Uniti da famiglia italiana, poi bisnonna della famosa cantante e attrice Patti LuPone (Northport, New York, 21 aprile 1949), il giovane Vincenzo realizzò e restano famosi almeno i guanti d’oro tempestati di brillantini.
Ritornato in Italia dopo il primo conflitto mondiale, il 23 agosto 1925 sposò Rosa Reale (Resina/dal 1969 Ercolano, NA, 20 marzo 1904 – 23 agosto 1948), prima figlia del geometra Domenico Reale, che viveva a Lauria (PZ) con la famiglia (altre figlie erano Luigina, Celeste e Pasquale) . Dal matrimonio sono nati tre figli, Maria Carmela (Tursi, 30 ottobre 1927 – Potenza, 7 dicembre 1999), Maddalena (Tursi, 1930) e Filippo Domenico (Tursi, 7 aprile 1932 – 18 febbraio 1936), deceduto infante per i postumi di un mal di gola.
Di temperamento aperto, gioviale e ottimista, “Don Vincenzo” era un padre affettuoso e premuroso, stimato dai compaesani, amava cantare a voce alta le arie tratte dalle opere che conosceva, ed erano tante. Inoltre, coltivava il disegno in bianco e nero (con matite e/o carboncino), lasciandoci numerosi quadri, molti dei quali sono immaginifici e realistici ritratti, quasi tutti custoditi dal nipote Antonello De Santis, noto ingegnere e imprenditore turistico, tra gli estimatori assoluti del nonno artista. Ma su tutto risalta la geniale produzione di oggetti preziosi, rari e costosi, grandi e in miniatura, semplici e complessi, alcuni ancora oggi salvaguardati dagli eredi, che ringraziamo per la disponibilità.
L’attività di oreficeria e gioielleria “D’Alessandro”, situata da sempre nel centro storico, nella casa degli antenati in via Pietro Giannone, nel rione San Filippo, è proseguita poi grazie all’impegno e alle capacità della figlia Donna Lena, signora di straordinarie doti e rara sensibilità multiformi, fino al pensionamento di costei negli anni Duemila.
Con la scomparsa di Vincenzo D’Alessandro, in pieno boom economico, si è persa definitivamente la magnifica tradizione orafa tursitana (che comprende anche la famiglia di don Emilio Palazzo, trasferitasi a Policoro da mezzo secolo circa) e con essa tutto un mondo rurale, fatto anche di magia, sacrifici, passioni e sogni irripetibili, quando si capiva il valore dei “pezzi unici”, oggi trasmigrato nei prodotti d’élite e depotenziato negli oggetti di serie, che caratterizzano la società globalizzata di massa. Si diceva e ancora si ricorda: “ma scherzi, è oro di Donna Lena”.
Salvatore Verde
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Antonella Gallicchio
“Se devi amarmi, per null’altro sia se non che per amore. Mai non dire: “L’amo per il sorriso, per lo sguardo, la gentilezza del parlare, il modo di pensare così conforme al mio, che mi rese sereno un giorno”…. Soltanto per amore amami e per sempre, per l’eternità”. Con questi splendidi versi la poetessa inglese Elizabeth Barrett si rivolge a Robert Browning, il grande amore della sua vita.
Elisabeth Barret nacque nel 1806 a Durham. Visse un’infanzia privilegiata con i suoi undici fratelli. Il padre aveva fatto fortuna grazie a delle piantagioni di zucchero in Giamaica e aveva comprato una grande tenuta a Malvern Hills. Elizabeth è educata da precettori privati, appassionandosi soprattutto alla poesia classica. Nel 1838 inizia per lei un decennio di sofferenza sia fisica, dovuta alle conseguenze di una lesione alla colonna vertebrale subita nell’infanzia e di una malattia polmonare, sia spirituale, in seguito dell’annegamento del fratello maggiore avvenuta nel 1840.
Elizabeth, tuttavia, trova la forza di continuare a scrivere e, nel 1844, esce un suo volume di poesie con un’introduzione di Edgar Allan Poe. L’apprezzamento riscosso da questi versi è tale che nel 1850 sarà proclamata la più grande poetessa dell’Ottocento vittoriano. La lettura della sua raccolta di poesie spinse il poeta Robert Browning di sei anni più giovane di lei a scriverle per dirle che le aveva apprezzate molto. Nel 1845 si incontrarono e poco dopo, essendo il padre di Elizabeth fieramente contrario alle loro nozze, lui la prese in braccio e la portò via, si sposarono di nascosto e fuggirono insieme a Firenze dove ebbero un figlio, Pen, “..finalmente nessuno potrà più separarci. Ho conquistato il diritto di amarti apertamente, con un amore che gli altri definiscono addirittura un ‘dovere’…Comunque, anche se fosse un ‘peccato’, ti amerei ugualmente!”.
Quando giunse quella prima lettera fu come un’esplosione di luce in quella stanza buia, in quel cuore pieno di tristezza: la passione s’innescò e brillò fino ad esplodere, e così la poetessa timida e dolcissima, famosa eppure chiusa nel cerchio del suo isolamento, uscì alla luce e seguì il suo cuore assaporando quella felicità inattesa ed improvvisa. Fu una grande fautrice del Risorgimento italiano, che descrisse puntualmente, soprattutto gli avvenimenti del 1848-1849 in Casa Guidi Windows.
Stimava molto Camillo Benso conte di Cavour e si rattristò per la sua morte. I suoi versi d’amore sono intensi e rivoluzionari, perché per la prima volta la donna diveniva in poesia soggetto attivo e dominante e l’uomo era trasformato in oggetto d’amore. Morì a Firenze nel 1861. È sepolta al Cimitero degli Inglesi. Le sue poesie sono cariche di passione, con un linguaggio colto e semplice, che ben coniuga eleganza e raffinatezza, i versi di Elizabeth esprimono al meglio l’universo nascosto nell’animo di ogni donna.
ANTONELLA GALLICCHIO
IN QUANTI MODI TI AMO
In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza
Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.
Ti amo al pari della più modesta necessità
Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
Ti amo con la passione che gettavo
Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
Ti amo di un amore che credevo perduto
Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,
I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,
Ti amerò ancora di più dopo la morte.
Elizabeth Barrett Browning
Una debacle in piena regola nella partita che valeva l’intera stagione per il Tursi Rotondella, che retrocede in Promozione. Pur in doppia superiorità numerica per gran parte del confronto, i locali cadono in casa davanti al numeroso pubblico e a un non irresistibile Soccer Lagonegro. Che vince due a zero con ampio merito, segnando sempre allo scadere dei due tempi, ottiene l’agognata salvezza e resta in Eccellenza.
Giornata nera, invece, per i ragazzi del presidente tursitano Francesco Caldararo, riverberata anche sui social network, enfatizzando tutta la delusione della società: “Nonostante i tanti sforzi, non siamo riusciti a salvarci. Oggi abbiamo chiuso una pagina importante, purtroppo senza forza e coraggio poco si ottiene”.
Il mister Giovanni Marino: “Forse i ragazzi hanno sentito troppo la pressione della gara e nonostante loro fossero in nove non siamo riusciti a fare quello provato in settimana. Ci dispiace per i sacrifici della società e lo sconforto dei tifosi. A fine gara anche i ragazzi erano molto dispiaciuti”.
Il difensore centrale Vincenzo Magrone: “Avevamo preparato bene la gara, ma abbiamo lasciato troppo spazio a centrocampo e nonostante l’espulsione di due loro giocatori, abbiamo subito un gol dai 30 metri, complice un errore del nostro portiere, e questo ci ha demoralizzati. Nel secondo tempo ci siamo riversati nella metà campo avversaria in cerca del pareggio, ma non siamo riusciti a concludere a rete, poi in contropiede è arrivato il loro raddoppio allo scadere. Siamo tutti molto delusi, era una ghiotta occasione e ce la siamo fatta sfuggire, anche il rammarico è tanto”.
L’attaccante argentino Pablo Moggia, in avvio di partita, aveva colpito dal corner l’incrocio dei pali, e subito dopo costretto al ricovero in ospedale di Policoro: “Ero alla mia partita numero 17 con il Tursi, mi sono infortunato, lussazione della spalla. La sfortuna mi ha voltato le spalle”.
Il centrocampista Nico De Matteo: “Non ci sono attenuanti per noi purtroppo, è mancato tutto, forse la troppa tensione ha creato brutti scherzi. Onore al Lagonegro. Sono rientrato dopo 3 mesi e mezzo, in quella mezz’ora ho cercato d dare il massimo. Ieri è stato l’epilogo o lo specchio di una stagione nata male e travagliata, che la società ha cercato di riprendere in mano a gennaio con alcuni innesti, ma il divario era già notevole. La cosa che più mi ha colpito, però, è stato il poco interesse di giocatori tursitani a questa causa durante l’anno, con poche presenze agli allenamenti e poca grinta la domenica. È mia impressione, avendo giocato in tante altre squadre, che dai locali ti aspetti sempre qualcosa in più come attaccamento Mi dispiace davvero la dirigenza che meritava di sicuro un miglior epilogo e li ringrazio pubblicamente per quello che hanno fatto e soprattutto per come sono stato accolto e trattato. Auguro a loro, al Tursi e a tutti i tursitani un immediata risalita”.
Salvatore Verde

Soccer Lagonegro
Scrivi con noi. Riceviamo e pubblichiamo dal giovane Giulio Cesare Virgallito
Tursi Rotondella – Soccer Lagonegro 0-2
TURSI ROTONDELLA: Radesca, Speranza (35′ s.t. Lanzillotta), Mileto, Manfredi, Magrone, Montesano, Lacanna,Moggia (25′ p.t. Serafini, 9′ s.t. De Matteo), Schettino, Rodriguez, Paparella. A disp. Pasquino, Salerno, Guida, Abitante. All. Marino
SOCCER LAGONEGRO: Armando, Sanino, Marchese (29′ p.t. Aversa), Coralla, Filpi, Consoli, Ielpo (19′ s.t. M. Ciuffo),Verbena, N. Falabella (30′ s.t. A. Ciuffo), Laino, Tomaselli. A disp. F. Falabella, An. Ciuffo, Carlomagno, Scaramazza. All. Oliva
ARBITRO: Contini di Matera; assistenti: Picerno – Rossano
RETI: 49’ p.t. Laino; 50’ s.t. Tomaselli
NOTE: espulsi Manfredi,Armando,Consoli; ammoniti Speranza, Paparella, Serafini, Lanzillotta, N. Falabella, Laino.
Tursi – Il Soccer Lagonegro batte il Tursi Rotondella nella finale play-out e quindi si salva e resta in Eccelenza, mandando la squadra tursitana in Promozione. La partita comincia con i locali in attacco. Moggia colpisce l’incrocio dei pali direttamente da calcio d’angolo.
Gli ospiti però rispondono subito con Ielpo che calcia al volo, ma Radesca manda in angolo. Al 19′ p.t. ci prova N. Falabella che calcia una punizione di poco alta. Al 24′ il Lagonegro va in vantaggio, ma il goal è annullato per un fuorigioco di Tomaselli che aveva battuto Radesca con un colpo di testa.
Al 28′ si scaldano gli animi per l’espulsione di Armando che tocca il pallone con le mani fuori dall’area di rigore. Pochi minuti dopo viene espulso anche Consoli che colpisce Speranza che accentua molto la caduta. Al 48′ p.t. arriva l’incredibile vantaggio del Lagonegro con Laino che calcia da fuori e batte Radesca.
Nel secondo tempo, il Tursi va alla ricerca del pareggio e al 1′ s.t. Schettino tira in diagonale, ma Aversa para. Passa un minuto e il Tursi ci riprova sempre con Schettino che crossa, ma nessuno manda il pallone in rete. Al 16′ Speranza colpisce di testa ma la palla finisce a lato. Al 25′ Mileto da solo in area calcia anch’egli lateralmente. Al 39′ Laino in contropiede calcia ma Radesca para con i piedi.
Al 45′ ci prova Rodriguez, ma non è preciso. All’ultimo dei cinque minuti di recupero Tomaselli raddoppia in contropiede. Dopo il goal, l’arbitro fischia la fine della partita. Vittoria meritata dalla squadra ospite che in nove uomini ha saputo chiudersi e poi trovare la via della rete per due volte.
Giulio Cesare Virgallito.
Digital Champion a Tursi, con la manifestazione “La Scuola che guarda al Futuro: i Talenti Digitali”

Donato Fusco
Digital Champion a Tursi, con la manifestazione “La Scuola che guarda al Futuro: i Talenti Digitali”
Appuntamento alle ore 10 di oggi (giovedì 30 aprile), nell’aula magna dell’Istituto tecnico statale commerciale, per geometri e tecnici del tursimo “Manlio Capitolo” di Tursi. È la prima iniziativa da Digital Champion di Donato Fusco, anche visual artist, che ha invitato a confrontarsi diversi ospiti.
I docenti e gli alunni del biennio conosceranno la figura del Digital Champion (istituita dall’Unione Europea nel 2012), e il suo ruolo come ambasciatore dell’innovazione ed in particolare delle attività che saranno messe in campo per condividere e diffondere la cultura digitale e soprattutto la ricerca di talenti.
“Conosciamo bene il ruolo della scuola nella formazione ed istruzione verso gli alunni, ma per guardare al futuro bisogna mettere in campo tutte le risorse umane, dalla famiglia agli educatori, per stimolare la creatività degli adolescenti e per avere i talenti del domani”, ci dice il tecnico informatico Fusco.
Infatti, i riflettori punteranno su due giovani studenti Giovanni Rinaldi e Damiano Nicola Vitale, della 2° A informatica, che a soli 15 anni hanno affrontato insieme due piccoli progetti di innovazione digitale: la casa domotica con arduino e GrBrowser.
I due studenti, da una necessità nata in classe durante un’ora di supplenza, hanno sviluppato un’app “GrBrowser”, per windows phone, alquanto rivoluzionaria facendo un confronto con il più conosciuto browser di Microsoft – Internet Explorer.
s.v.