“Adesso basta!”, la chiara e netta posizione della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali della diocesi di Tursi-Lagonegro

Cronaca
Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno

La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali  della diocesi di Tursi-Lagonegro prende posizione sui recenti fatti di cronaca relativi alla questione immigrati. La presidente  Anna Maria Bianchi, tramite un comunicato, ha espresso una valutazione che ribadisce preoccupazione e contrarietà sulla politica governativa in atto. Scrive la Bianchi:

<<Abbiamo seguito con ansiosa trepidazione l’odissea della nave Aquarium. Sentiamo ogni giorno, con perplessità e quasi incredulità, prese di posizione sui porti chiusi, gli attracchi impediti, lo sbarco con le manette.  Vediamo con preoccupazione la spaccatura nel Governo sul problema dei migranti, che indebolisce l’immagine dell’Italia nella percezione dei partner europei ed extraeuropei.

Trepidazione, perplessità, preoccupazione, ma non sorpresa. Niente che non fosse ampiamente prevedibile dati gli esiti consegnati dal voto del 4 marzo, in assenza della disponibilità delle singole parti a considerare la propria visione non come assoluto, ma come base di partenza per cercare soluzioni condivise per il bene comune.

Abbiamo cercato con fatica di capirlo – non certo di giustificarlo –  alla luce della necessità per ciascuna parte di posizionare in modo determinato la propria identità, di insistere e far vedere ai  propri elettori e simpatizzanti che ci si sta impegnando, anche se spesso solo a colpi di dichiarazioni in forma “gridata” mediatica, sui temi che avevano portato al consenso.

Ma che un Ministro della Repubblica arrivi a plaudire, a dire bravo ed a gratificare con “Numero uno!” un ragazzino che in piazza Montecitorio gli dice “Non vogliamo extracomunitari in Italia” è decisamente troppo e va al di là di ogni possibile comprensione.

La Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Tursi Lagonegro esprime indignazione per questo comportamento. Il ministro con il suo plauso si è assunto una gravissima responsabilità. Coinvolgere l’infanzia nel circo mediatico di una campagna elettorale senza fine è gesto che può essere definito con una sola parola: infame.

Quel ragazzino  di dieci anni all’incirca, si convincerà ancora di più di aver parlato bene, pensato bene, di star facendo l’interesse (il bene?) della sua famiglia, del suo quartiere, del suo paese.

Un ministro – e vale la pena di ricordare che ministro vuol dire servo, servo fedele del suo Paese e  della Costituzione su cui ha giurato – avrebbe dovuto intervenire a correggere o quanto meno reagire con cautela, anche solo in nome del buon senso.

Ministro Salvini, si è interrogato su quale futuro di pacificazione e di collaborazione si prospetta se già i piccoli portano dentro di loro semi tali di intolleranza e xenofobia? D’altra parte, con gli esempi cui sono quotidianamente esposti, cosa ci si potrebbe aspettare di diverso?>>

(13 luglio 2018) Via Roma 63 – 75028 Tursi (MT) – cdaltursi@gmail.

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