ITALIA – REP. D’IRLANDA 0 -1, RIFLESSIONI DEL GIORNO DOPO

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Antonio Di Noia
Antonio Di Noia

In questa terza partita della fase eliminatoria dell’Europeo 2016, l’Italia ha incontrato la Rep. d’Irlanda nello stadio comunale della città di Lille, inaugurato nel 2012, con una capienza di 49.822 posti a sedere.  Lo stadio è il più piccolo della Francia e il terreno di gioco si presenta come uno dei peggiori; è completamente coperto, ma le aperture sono sovrapposte e richiudibili, sicché quando piove è chiuso e all’interno si condensa un’umidità altissima incidendo fortemente sul rendimento dei giocatori di entrambe le squadre.

In classifica del gruppo “E”, l’Irlanda ha un solo punto, ma è sufficiente vincere contro l’Italia per superare il turno ed essere scelta tra le quattro migliori terze classificate. È la 14a sfida tra Italia e Irlanda: 8 Vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. L’Italia ha già battuto l’Irlanda nello scorso europeo 2012 per 2-0, con i gol di Cassano e Balotelli. In totale queste due nazionali si sono affrontate tre volte in un torneo internazionale: nell’europeo 2012, nel Mondiale 1990 con la vittoria dell’Italia 1-0 nei quarti di finale, e nel Mondiale 1994 con il successo degli irlandesi per 1-0 nella fase a gironi.

Sulle gradinate dello stadio, c’è una novità assoluta: gli spettatori italiani indossano la maglia azzurra, al pari delle altre tifoserie straniere in segno di unità e piena solidarietà ai nostri giocatori. È  un’idea del nostro allenatore Antonio Conte, coltivata e fortemente voluta e condivisa dallo staff azzurro e dai tifosi italiani: “Se si vince – ha affermato –, ci aiuta a vincere; perdere, invece, è una rottura di scatole rispondere alla stampa, ai giornalisti e alla tifoseria comprensibilmente delusa dalla sconfitta”.

Formazioni: Sirigu, Barzagli Bonucci, Ogbonna, Thiago Motta, Sturaro, Florenzi, Bernardeschi (Matteo Darmian al 60’), De Sciglio (El Sharawy all’81’), Zaza, Immobile (Insigne al 75’). Antonio Conte conferma tre giocatori rispetto alla vittoria contro la Svezia: Barzagli e il diffidato Bonucci in difesa (capitano in assenza di Gianluigi Buffon), e Florenzi a centrocampo, ma si augura (nell’intervista pre-partita) di dare spazio anche ad Insigne. Infatti, dallo schieramento in campo, si capisce benissimo che non è la stessa squadra che ha giocato contro i “diavoli rossi” del Belgio e i “gialli” degli svedesi. Ben 8 giocatori su 11 sono, a mio avviso, un’altra formazione messa in campo in una gara di competizione europea!

La partita ha inizio, e dai primi minuti di gioco si intuisce che la gara probabilmente sarà in salita per l’Italia, perché gli avversari sono molto aggressivi e fallosi, ci vogliono intimorire, e sono fortemente intenzionati a non concedere agli italiani alcuna chance di fare gioco. Questo atteggiamento è contrario alla nostra disciplina sportiva, alla nostra mentalità e alla tipologia del nostro calcio.

Il nuovo allenatore irlandese, Martin O’Neill, schiera subito il 4-4-2 e in itinere il 4-3-3, una squadra quindi votata all’attacco fino al 90’. Per lunghi tratti questa strategia è stata utile anche nella prima gara dell’Irlanda contro la Svezia (1-1) e modifica ancora il modulo (4-5-1) per contenere il Belgio (1-1). Contro l’Italia O’Neill torna a un attacco a 2 punte. “Bisogna essere flessibili, ha commentato il tecnico prima del torneo. Dello stesso parere è il suo assistente Roy Keane, che ricorda il 1994, al “Giant Stadium” del New Jersey: “Vincere contro gli italiani ci siamo già riusciti, dovremo essere al massimo e giocare con coraggio, ma è fattibile”.

La prima conclusione degna di nota è quella dal limite di Hendrik al 9’ con il pallone che sfiora l’incrocio dei pali alla destra del nostro portiere e al 20’ Sirigu deve ancora superarsi per deviare sopra la traversa un colpo di testa a botta sicura di Murphy sul corner da sinistra dello stesso Hendrik. L’Irlanda spinge con maggiore veemenza cercando di sfruttare soprattutto i muscoli e i centimetri dei suoi attaccanti. Manca, però, quel pizzico di fantasia per mettere in difficoltà la difesa azzurra, che rischia quasi esclusivamente sui calci piazzati tirati magistralmente da Brady.

Stiamo chiaramente soffrendo le incursioni e gli attacchi degli irlandesi; se non alziamo il ritmo e facciamo il nostro gioco, sarà difficile contenerli. La nostra prima vera occasione arriva al 43’ quando Immobile lavora un buon pallone al limite dell’area e lascia partire un destro secco che sfiora il palo alla destra del portiere avversario. Si va al riposo senza reti.

L’Italia, nel p.t. è stata molto contratta e non è riuscita a creare gioco, tenuto anche conto del pressing asfissiante dell’avversario che ha bisogno della vittoria se vuole sperare di passare il turno.

Nella ripresa siamo leggermente più ordinati e entriamo in campo con maggiore convinzione, ma Zaza al 52’ alza troppo la girata al volo sul bel cross di Mattia De Sciglio dalla sinistra. Al 53’ Bonucci rischia l’ammonizione appoggiandosi all’avversario che era entrato pericolosamente in area per concludere a rete. Conte decide di richiamare Bernardeschi, sebbene volenteroso in fase di copertura ma poco incisivo in avanti, e inserisce Darmian. Poco dopo tocca a Lorenzo Insigne, che prende il posto di Ciro Immobile: per poco il talento napoletano non lascia subito il segno perché con una un’azione personale, manda il pallone a stamparsi sul palo. Ma nel finale è la squadra di O’Neill a colpire: prima sciupa a distanza ravvicinata, Sirigu è attento e bravo a salvarsi nell’occasione; poi, all’85’, però, Robbie Brady, su preciso cross da 35 metri circa del n°20 Wes Hoolahan, anticipa l’uscita del nostro estremo difensore con un colpo di testa e manda in estasi l’Irlanda che merita il vantaggio di 1-0. È il giusto premio alla squadra che ha giocato con grande cuore, molto fisico e tanto tifo da parte del proprio pubblico sostenitore.

In conclusione, è stata un’Italia molto brutta e una partita povera di occasioni rischiando anche una 2a ammonizione a Bonucci che l’avrebbe costretto a non giocare lunedì prossimo contro la Spagna.

Ma una sconfitta, di solito, fa sempre bene! Ci fa capire che cos’è che non ha funzionato. Abbiamo corso 16 minuti in meno rispetto alla partita contro il Belgio e 10 in meno rispetto alla Svezia. L’Italia si arrende nel finale all’Irlanda con la rete di Robbie Brady, migliore in campo e man of the match (uomo partita), che trascina i suoi agli ottavi di finale.

Ma ricordiamoci che l’unica volta in cui l’Italia ha vinto le prime due gare di un europeo è stata nel 2000, quando raggiunse poi la finale. Speriamo di ripeterci e replicare con gioia il medesimo percorso. Quanto poi alla finalissima, aspettiamo un po’ e seguiamo questi fantastici eventi che il calcio ci regala. (Giovedì, 23.06.2016)

Tonino Di Noia

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