Il mondo reale e quello del referendum

Politica
Verdiana C. Verde
Verdiana C. Verde

In un mondo buono, in un mondo perfetto, dove il bene pubblico prevale sugli interessi personali, dove i politici fanno ciò che è giusto per il popolo e non ciò che è giusto per le loro tasche, dove chi governa è scelto dal popolo e governa per il popolo, anziché essere scelto dai gruppi di interessi e governare per gli interessi di questi gruppi, e in un mondo dove il popolo sceglie in base alle proprie ideologie e non in base alla “ricompensa” che ne trarrà, spinto dalla miseria e dalla povertà, d’animo e di tasca, ecco in un bel mondo come questo, forse, il dubbio su cosa votare al referendum potrebbe esserci.

Purtroppo, però, noi non viviamo in questo mondo ipotetico e semplificare, snellire, ridurre, può tradursi in “dare più potere e autonomia ai governanti”. In un contesto come il nostro, lontanissimo dal mondo ideale, votare per il SI significa “dare potere”, cioè, in cambio di semplificazione e di pochissimo risparmio noi “(s)vendiamo” pezzi importanti della nostra sovranità popolare. Questo è ciò che accadrà. Non prendiamoci in giro, noi italiani siamo furbi, ce l’abbiamo nel DNA, e non vedo come conferendo loro una maggiore autonomia le cose dovrebbero andare meglio. Anzi, li si lascia liberi di fare ciò che si vuole.

La pubblicità punta su queste parole “snellire, semplificare”, ma ricordiamoci di come sono fatti gli uomini, ricordiamoci di come sono fatti gli uomini che ci governano e, solo dopo, associamo queste parole a questi uomini: da brividi.  Non basta essere informati su quali sono gli articoli della legge, bisogna andare oltre e vedere ciò che significano realmente.

Ogni singolo punto del referendum deve essere letto contestualizzandolo alla realtà in cui siamo: ogni singola modifica deve essere considerata tenendo conto della realtà delle cose, senza farsi distrarre da ciò che noi auspichiamo, perché tutto quello che è scritto verrà fatto ma nel mondo reale: noi sogniamo ad occhi aperti un mondo in cui chi governa lo fa per i nostri interessi e, in quel mondo, snellire e semplificare sarebbe utile ed economico. Noi, però, viviamo in questo mondo, un mondo reale, e quello che accadrà non sarà né utile né economico per il popolo. Probabilmente lo sarà per altri.

Eliminare i Senatori a vita? Ben venga. Ma non ci si può fermare qui. “Voto Sì perché è giusto eliminare i Senatori a vita” ho sentito dire, e tutto il resto? Non si vota per ogni singolo punto, si vota per l’intera legge costituzionale e, nel quadro globale, si tratta di scegliere se conferire ancora più potere alle istituzioni.

Emblematico è l’art 67 della Costituzione che la legge costituzionale (nel referendum) modifica:

Art. 67 modificato – I membri del Parlamento esercitano  le  loro  funzioni senza vincolo di mandato.

L’art. 67 originale recitava: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Perché omettere “rappresenta la Nazione”? Cosa significa toglierlo? Credete che venga fatto senza un fine? Niente a livello legislativo è fatto senza uno scopo. Rimarca il distacco tra governati e governanti? Dimentica la derivazione democratica? Elimina l’interesse pubblico nazionale che dovrebbe perseguire? E questa è solo una delle tantissime “minuscole modifiche” che passano inosservate e che cambierà tutto il nostro assetto.

Pensiamo, poi, di poter tornare indietro? La risposta vera è nella lettura attenta  dei quorum per i referendum abrogativi e per i disegni di legge di iniziativa popolare che la legge costituzionale ha variato.

Verdiana Carmen Verde

Commercialista e Giornalista

Lascia un commento