Il Vescovo Orofino in dialogo con sindaci, amministratori e parroci. Nelle zone pastorali della diocesi di Tursi-Lagonegro, doppia serie di incontri in ottobre (e a dicembre) e a gennaio 2020

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Un dialogo fraterno, schietto e costruttivo perché, ciascuno negli ambiti propri, si servano, con rigenerata motivazione e lungimiranza, le persone affidate alle cure e alla responsabilità di tutti. «Sono le stesse le persone che ci sforziamo di amare e servire – afferma mons. Vincenzo Carmine Orofino, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro – e proprio per questo è necessario prospettare il bene più grande a cui aspirare in un territorio in cui ci sono tante risorse naturali e beni immateriali. La Chiesa vuole fare la sua parte per incoraggiare gli amministratori e gli operatori sociali a vivere fedelmente il loro servizio a favore di tutti, offrendo la sua disponibilità a sostenere tutte le iniziative a favore del bene comune, in quanto bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo».  

Dopo l’esperienza felice già vissuta nel dialogo e nella condivisione di alcuni percorsi nelle zone pastorali, si rinnova l’invito a prendere parte a due serie di incontri, proposti per zone pastorali e quindi realtà comprensoriali, più o meno vaste. Il calendario prevede gli incontri che si terranno sempre dalle ore 10 alle ore 12: per la Zona Jonica, nell’episcopio di Tursi, lunedì 21 ottobre e lunedì 20 gennaio 2020; per la Zona Val d’Agri, nel centro parrocchiale di San Brancato di Sant’Arcangelo, martedì 22 ottobre e martedì 21 gennaio 2020; per la Zona Sinnica, nel centro parrocchiale di Senise, mercoledì 23 ottobre e mercoledì 22 gennaio 2020; per la Zona Mercure-Tirrenica, nell’episcopio di Lagonegro, giovedì 24 ottobre e giovedì 23 gennaio 2020.

Monsignor Orofino, inoltre, invita gli amministratori dei comuni della diocesi e i “fedeli” diocesani che ricoprono incarichi istituzionali a livello regionale e nazionale nel pomeriggio di domenica 15 dicembre, dalle ore 17,30 alle ore 19 nell’ostello di Chiaromonte, esprimendo il desiderio di incontrare, in pubblica assemblea, tutti gli operatori sociali e culturali dei paesi della Diocesi. La certezza è che nel dialogo costruttivo e schietto si può fare tanto bene a vantaggio di tutti, in un territorio, nel quale tante problematiche affliggono la nostra gente, dove c’è ancora chi sa sperare e credere nelle proprie risorse in vista del bene che, per la dottrina sociale della Chiesa, impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo.

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