La tragica morte di Luigi Gallo, 32 anni, con la moto, in località Frascarossa di Tursi, domenica sera (18 ottobre). Martedì, alle 15,30 in piazza, rito funebre presieduto da mons. Orofino

Cronaca
Luigi Gallo (Foto profilo FB)

TURSI – La tragica morte di Luigi Gallo, un ragazzo perbene che avrebbe compiuto 33 anni a dicembre, ha lacerato nel profondo l’anima collettiva tursitana. Nella serata di domenica (18 ottobre), intorno alle ore 20, il giovane era sulla sua moto quando improvvisamente si è verificato il fatale incidente, finendo nel terreno sottostante il tratto stradale provinciale, che collega Tursi alla Val d’Agri, in località Frascarossa. Il fratello maggiore lo precedeva sull’altra moto, ma arrivato a casa si è accorto dell’assenza di Luigi e, ritornato indietro con amici, ha scoperto poi l’accaduto (praticamene poco prima della casa cantoniera, a sei Km dall’abitato). L’allarme è scattato subito, con l’intervento sia dei sanitari del 118, i quali hanno constatato la morte sul colpo, forse per un trauma cervicale, sia dei carabinieri della stazione di Tursi, per i doverosi rilievi (nessun segno sull’asfalto).

Il corpo dello sfortunato motociclista tursitano è stato trasportato nell’obitorio del cimitero comunale, in attesa delle  autorizzazioni del magistrato del Tribunale di Matera. Arrivate all’alba, tra lo strazio dei genitori, dei familiari e degli amici, la salma ha fatto rientro a casa, dove una piccola folla si è radunata davanti al portone, in viale Sant’Anna, per tutta la giornata. Nella piazza Maria SS. di Anglona, alle ore 15,30 di domani (martedì 20 ottobre), si svolgerà il rito funebre presieduto da mons. Vincenzo Carmine Orofino, vescovo della diocesi di Tursi e Lagonegro. In tale circostanza, l’Amministrazione civica ha dichiarato il lutto cittadino. Tra le possibili cause del solitario incidente, non si può escludere un malore o una distrazione oppure un guasto tecnico del mezzo, ma non pochi considerano l’eventualità della presenza serale di cinghiali in attraversamento.

Terzogenito di una famiglia stimatissima, Luigi era un bel giovane, intelligente, maturo e pulito, laureato in Biologia all’Università dell’Aquila (dove era sopravvissuto al terremoto del 6 aprile 2009), e da poco docente precario, insomma, una persona di rare qualità umane. Tristezza infinita e unanime il cordoglio di una comunità colpita, attonita e silenziosa. Che adesso riflette anche sulla propria storia di eventi tragici simili, quasi come un tributo di giovani innocenti e di belle speranze al destino crudele, che ha tolto loro il diritto naturale alla felicità, di vivere e di sognare.

Salvatore Verde

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