Per la Scuola dell’Infanzia “Carmela AYR” nel centro storico di Tursi? No, solo ristabilire la verità dei fatti. Un sindaco non può dire sciocchezze e fanfaronate un po’ a vanvera e un po’ a zonzo

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Ritorno sulla questione scolastica tursitana, con una operazione verità rispetto alla disinformazione dilagante messa in atto dal sindaco Cosma, il postino non professore Salvatore Cosma, assieme al manipolo di amministratori tecnicamente incapaci e politicamente irresponsabili. Alle critiche civili, ancorché non condivisibili, si risponde sempre in modo altrettanto garbato. Alle falsità si replica costantemente a muso duro, senza alcun timore neppure reverenziale, a prescindere dalle idiozie, dalle calunnie e dalle offese del tutto gratuite che mi hanno indirizzato, come tutti sanno. L’intento non è soltanto quello di evitare la chiusura del plesso scolastico “C. Ayr” e il suo trasferimento nella scuola periferica del rione Santi Quaranta (assieme alla chiusura e trasferimento delle altre due sezioni di Viale Sant’Anna), poiché ritengo l’atto amministrativo della Giunta Comunale (deliberazione n. 82 del 4 agosto 2015), un errore grave, ingiusto e immotivato, per le ragioni che seguono.
Ma ritengo pure che la verità sia sempre un obbligo etico-morale e, per quanto mi riguarda, non temo di essere in minoranza o anche in splendida solitudine.

 

  1. È falso dire in giro che la scuola statale dell’infanzia “C. Ayr” non abbia il numero previsto dalla norma per il suo mantenimento, come sezione unica.

 

  1. È falso affermare che si rispetti la volontà delle famiglia, garantendo il servizio. Con le iscrizione appena dello scorso gennaio-febbraio, infatti, è stato garantito dal Comune il mantenimento delle sedi e i genitori hanno scelto liberamente. Adesso, a poche settimane dall’apertura del nuovo anno scolastico, riteniamo che ci si trovi di fronte a una interruzione di pubblico servizio di fatto.

 

  1. È falso sostenere che i genitori siano obbligati a iscrivere i figli in base alle distanze, nel presupposto di un bacino di utenza che non esiste più. Nel rispetto della Legge, ogni famiglia è libera di effettuare le iscrizioni dove più le aggrada.

 

  1. È falso asserire che la scuola “C. Ayr” abbia costi considerevoli (appena 2.400 euro all’anno!) e che si debba risparmiare, “diversamente, per questo, dobbiamo aumentare le tasse ai cittadini!”. Ma il disagio sarà enorme per le famiglie dei bambini interessati, dai tre ai sei anni, sia pure con un trasporto alunni (necessariamente incompleto e con ulteriori costi per il Comune).

 

  1. È falso scaricare su un imprecisato genitore, che avrebbe criticato la realtà scolastica mono-sezionale, per sostenere l’omogeneità strutturale delle sezioni. Con tale logica dovremmo mettere per forza (altra cosa è la libera scelta degli interessati) i nani con i nani, gli stranieri con gli stranieri, i belli con i belli e altre simili aberrazioni. La scuola dei bambini è prima di tutto un laboratorio di relazioni umane, dove si impara a crescere e a vivere.

 

  1. È falso comiziare arrogandosi il diritto del Sindaco ad entrare nel merito della libertà di insegnamento, sancito dalla Costituzione Italiana, e nella organizzazione della scuola, che compete solo al Dirigente Scolastico, peraltro adducendo motivazioni altrettanto discutibili (del tipo: “le sezioni devono essere omogenee per età”).

 

  1. È falso assicurare che nel nuovo plesso possano “comodamente” trovare spazio le quattro sezioni allocate, poiché le aule sono tre! (Ricordiamo le sezioni attuali: unica di “C. Ayr”, unica di Santi Quaranta e due di Viale S. Anna). Si vuole, quindi, anche sopprimerne una?

 

  1. È falso promettere che chiusura e trasferimento, a causa dei lavori da effettuare, siano temporanei e sperimentali, come tutti hanno ben capito e come l’Amministrazione va ripetendo in ogni angolo del paese. Quanto ai lavori negli altri plessi scolastici, si possono fare con oculatezza e gradualità, senza creare disservizi catastrofici.

 

  1. È falso certificare che la scuola “C. Ayr” rientri nei lavori necessari di adeguamento, poiché non sono previsti proprio in tale sede, essendo l’unico plesso a norma, sotto tutti punti di vista tecnico-strutturale e degli impianti.

 

  1. È falso prevedere che tale assetto sia privo di ricadute occupazionali, accentuate proprio dalla chiusura dei plessi, pur non considerando che l’Amministrazione comunale, appena pochi mesi addietro ha impedito la riorganizzazione dell’Istituto comprensivo “Pierro” nell’ottica del (ri)dimensionamento.

 

  1. È falso non ricordare che la scuola dell’infanzia “C. Ayr”, la più antica nel centro storico di Tursi, sia quella dove meglio si è realizzata una didattica innovativa e una prassi educativa e interculturale avanzata (si inseriscono ottimamente bambini stranieri dal 1992), riconosciuta anche all’esterno, e dove i due insegnanti hanno garantito, a proprie spese e per decenni, un servizio di trasporto degli alunni unico al mondo e a costo zero per il Comune e per le famiglie e, sia chiaro, in orario aggiuntivo (cioè fuori dal proprio orario di lavoro!).

 

  1. È falso perfino quanto contenuto nella delibera di Giunta sulla posizione della Dirigente scolastica, che ha appena sbugiardato il postino Sindaco, non condividendo praticamente nulla della scelta dell’amministrazione comunale di chiudere e trasferire le scuole dei bambini. Il re è nudo.

 

  1. È falso attestare che la scuola “Ayr” abbia rischiato da sempre la chiusura. Infatti, c’è stato soltanto un tentativo, attuato alla fine degli anni Ottanta, subito stoppato dall’allora Provveditorato agli Studi di Matera, “perché – si disse -, non si chiude una scuola dove i bambini ci sono”, appunto.

 

  1. È vero, invece, che il problema si è posto solo da tre anni, non prima, da quando cioè ha ottenuto il trasferimento a Tursi la sorella maestra dell’attuale Sindaco, ma sarà un caso. Altra casualità, la stessa maestra è si l’ultima arrivata, ma è salvaguardata legittimamente, poiché fuori graduatoria nel caso si perdano posti di lavoro.

 

In conclusione, nel caso contrario, sono un professionista del sistema scolastico italiano ed è mio preciso dovere lavorare al meglio dove si deciderà, ma sempre a Tursi e perciò mi ritengo fortunato (altri dovranno andare via). La storia si incarica di ristabilire differenze, mostruosità e valori, anche umani, professionali e intellettuali. Alla prossima puntata, per le scuole, anche sul palco.

Salvatore Verde

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