Una riflessione sull’avvio problematico dei campionati di calcio dilettantistico

Scritti corsari

“Siete solo dei dilettanti allo sbaraglio.” Questa frase è stata detta tante volte dagli addetti ai lavori ai piani alti del calcio ed ha fatto sempre molto male a quelle persone che fanno calcio per pura passione. Questa frase, però, oggi è una pura e sacrosanta verità. Domenica in Basilicata ci sarà il fischio d’inizio dei massimi campionati regionali, ma non sembra essere nelle ultime ore, soprattutto con l’aumento dei contagi, una scelta molto ragionata. Ovviamente le società hanno un protocollo da seguire, ma questo, oltre alla visita medica per l’idoneità sportiva e ormai le solite igienizzazioni, non prevede il prelievo di tamponi per i tesserati delle società. Il calcio dilettantistico è in pratica stato abbandonato dai piani alti del calcio. Le strutture, purtroppo, in molti casi non risultano a norma per il rispetto del regolamento per la prevenzione da Covid-19. Parliamo di spazi molte volte davvero piccoli, in cui non ci sono a disposizione come in Serie A più di dieci docce. Nel miglior caso si arriva a sei, ma verrebbe a mancare sempre il metro di distanza e quindi non ci sarebbe alcuna prevenzione. Iniziare i campionati può essere giusto per i nemerosi appassionati e soprattutto per la gente che valorizza tanti giovani calciatori. Serve però più attenzione. Le società vanno tutelate meglio, così come tutti i tesserati. Andrebbe dato un segnale a chi governa il calcio. Perché lo fa soprattutto grazie ai voti di “questi dilettanti allo sbaraglio.”

Giulio Cesare Virgallito, studente

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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