TURSI – Il romanzo storico “La nobile e il popolano” (Valentina Porfidio Editore, Moliterno, PZ, 2019, p. 207, 12 euro), che segna il debutto nella narrativa di Leonardo Rocco Tauro, sarà presentato alle 18,30 di sabato (8 febbraio), nella Casa-Museo “A. Pierro” di Tursi. Oltre all’autore, interverranno Emilio Carucci, docente delle Scuole secondarie di II Grado, e Salvatore Verde, giornalista e storico locale, dopo i saluti di Franco Ottomano, presidente del Centro studi Albino Pierro”, e del sindaco Salvatore Cosma.
Da poco pubblicato, il testo si avvale della prefazione del giornalista Fabio Amendolara e del disegno di copertina di Ilaria Caprara, con una foto dell’autore di Giovanni Rosano. Il romanzo si colloca a buon diritto nella tradizione del racconto popolare, tra storia, antropologia e sentimenti, ma è anche la summa culturale ed esistenziale di Tauro, negli anni della piena maturità (66 anni), dopo una vita caratterizzata dal forte, duraturo, coerente e intenso impegno politico e sociale, non soltanto nel suo paese natale (Montalbano Jonico, MT) e nella provincia. Sensibilità attestata anche dalla sua precedente pubblicazione “La Riforma Agraria nel Materano” (L’Autore Libri, Firenze, 1993), che è pure un interessante e apprezzato lavoro di rilettura delle vicende del nostro territorio degli anni del secondo dopoguerra. Laureato in Scienze Politiche e con una lunga esperienza lavorativa negli istituti di credito, Rocco Tauro, che ha anche origini tursitane, sviluppa la narrazione romanzata nella seconda metà del XVIII sec. e proprio nei luoghi dove egli vive tuttora.
Le vicende si collocano a cavallo delle due attuali province, con tanto di nomi e cognomi, di citazione di paesi e località, partendo da Montalbano Jonico fino a trovare l’epilogo nella Capitale del regno, a Napoli. Scrittura lineare come l’intreccio narrativo, dunque priva di intellettualismi e di sperimentalismi formali, godibile e chiara la lettura, con un tributo riconosciuto allo storico locale Prospero Rondinelli, proprio per questo ha il grande merito primario di focalizzare l’attenzione del lettore sulla vita quotidiana all’epoca dei fatti, ovvero della storia d’amore “impossibile” tra la nobile Elena e il giovane popolano Maurizio nel “Secolo delle Rivoluzioni”, che ha stimolato notevolmente, più di altri tempi riconosce l’autore, gli uomini più prestigiosi della sua comunità locale. E nel tentativo di essere fedele allo spirito dell’epoca, si intravedono rimandi neppure velati alla contemporaneità, alla necessità di ancorarsi ai valori e ai diritti universali, al ruolo di emancipazione sociale della cultura, all’inutilità della violenza gratuita, alla ineluttabile punizione dei traditori e dei colpevoli, alla lotta alle diseguaglianze, alla bontà d’animo nelle relazioni e verso chi riconosce gli errori. Ma su tutto spicca la riflessione sulla condizione umana e sull’aspirazione alla felicità, sul bisogno di amore, che talvolta ci chiama e dolorose rinunce. Insomma, in filigrana e in certo modo, si impone il condivisibile universo poetico-politico-letterario e la tenera visione del mondo di Leonardo Rocco Tauro.