GERMANIA – ITALIA, IL GIORNO DOPO di Antonio Di Noia

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Antonio Di Noia
Antonio Di Noia

Finisce ai quarti l’avventura dell’Italia a Euro 2016. La lotteria dei rigori premia la Germania che mette a segno sei tiri su nove, sbagliandone tre con Muller, Ozil e Shcweinsteiger. L’Italia ne trasforma cinque (su nove) e ne sbaglia quattro con Zaza, Pellé, Bonucci e Darmian.

Dopo la convincente vittoria degli ottavi di finale contro la Slovacchia (3-0), sembra che la squadra, guidata da Joachim Low, abbia trovato l’equilibrio giusto nel momento migliore, confortato anche da due vittorie e un pareggio (2-0 sull’Ucraina, 0-0 con la Polonia e 1-0 all’Irlanda del Nord) nella fase eliminatoria.

Anche il pronostico non è favorevole per l’Italia. Sappiamo di incontrare una squadra, la Germania, forte in tutti i reparti, capace di manovre offensive avvolgenti e un possesso palla più esasperato di quello della Spagna. Ma confidiamo in una forte e sicura difesa che fornisce palloni al centrocampo e ai laterali, oltreché in un possesso palla e soprattutto in ripartenze veloci in grado di impensierire i nostri temutissimi avversari.

Ricordo che l’Italia è una vera e proprio bestia nera per la Germania, che non ha mai battuto gli Azzurri in una gara ufficiale, ma questa volta ai quarti di finale sono decisi a rompere l’incantesimo. I tifosi italiani hanno l’imbarazzo della scelta quando si tratta di ricordare la partita preferita contro la Germania che non ha mai vinto nelle otto sfide di gare ufficiali contro gli Azzurri tra Mondiali e Europei. Gli Azzurri credono nella vittoria contro la Germania. Florenzi, intervistato prima dell’incontro, sottolinea la forza dei tedeschi e afferma: “Abbiamo l’Everest davanti, ma vogliamo l’impresa”; e quanto alle motivazioni aggiunge: “Alcune partite non vanno nemmeno motivate, perché si motivano da sé. È accaduto per la Spagna, succederà lo stesso per la sfida con la Germania”.

L’Italia arriva al confronto con i Campioni del mondo (finale 2014 a Rio de Janeiro contro l’Argentina vinta 1-0) con qualche problema a centrocampo per l’infortunio di De Rossi e la squalifica di Thiago Motta. Il nostro commissario tecnico Antonio Conte ha portato tutto il suo bagaglio tecnico-tattico e la sua personalità e gli Azzurri hanno messo in pratica tutte le sue indicazioni: possesso palla, movimento, pressing, verticalizzazioni, velocità nelle azioni di contropiede e nelle triangolazioni.

I ragazzi sono convinti di poter far male ai Campioni del mondo. Conte nell’intervista del primo luglio dice, tra l’altro: “Nessuno parte battuto, abbiamo lavorato e c’è la voglia di superare ostacoli insormontabili. Quanto all’impostazione di gioco, noi abbiamo le nostre idee su come difendere e attaccare, sono cose che abbiamo già provato. Siamo fiduciosi perché consapevoli della nostra forza. Ma ci sono anche i nostri avversari”. Anche Buffon ci incoraggia e ci aiuta ad essere fiduciosi: “Sappiamo benissimo che questo sarà un test durissimo e molto difficile. Provarci però non costa nulla. Non siamo arrivati qui per caso, ci siamo arrivati dopo aver giocato delle bellissime partite, Adesso affrontiamo la squadra più forte del mondo, ma non dimentichiamo che si parte da 0-0”.

Ecco le formazioni dell’attesissima gara. ITALIA (3-5-2): Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini (118’ Zaza), Florenzi (86’ Darmian), Parolo, Sturaro, Giaccherini, De Sciglio, Pellé, Eder (108’ Insigne). GERMANIA (4-4-2): Neuer, Howedes, Hummels, Boateng, Kimmich, Khedir (16’ Schweinsteiger), Kroos, Hector, Ozil, Muller, Gomez (al 72’ Julian Draxler). Conte inserisce Sturaro a centrocampo per sostituire De Rossi. Ma non è questa la sorpresa alla lettura delle formazioni iniziali: il commissario tecnico della Germania inizia con Howedes al posto di Draxler, cioè un difensore al posto di un esterno di attacco, quindi massima prudenza! Nei primi minuti di gara appare evidente che la Germania vuole fare sul serio e impone, sin da subito, il suo gioco, alza il baricentro dell’azione portando i difensori e il centrale Boateng nei pressi del centro campo dove fa possesso palla e fa girare con disinvoltura il pallone da una parte all’altra del campo consentendo alle ali di poter crossare e consentire di andare a rete.

L’Italia, dal suo canto, cerca di contenere la veemenza dell’avversario con determinazione e quando le viene data l’occasione, imposta e fa gioco creando azioni pericolose per la difesa tedesca che va spesso in difficoltà. Le prime fasi della partita sono molto equilibrate con le due squadre che non concedono spazi. Eder e Pellé fanno un gran lavoro su Kroos (prossimo il passaggio del centrocampista al Real Madrid), fonte del gioco della Germania che perde presto Khedira e al suo posto entra Bastian Schweinsteiger.

 

La prima occasione degna di nota è per la Germania: lancio in area per Gomez che va in spaccata ma alza un campanile che favorisce l’uscita in presa di Buffon. La partita si accende all’improvviso nel finale della prima frazione di gioco: Gomez non trova la porta con un bel colpo di testa in torsione, mentre Muller calcia malamente tra le braccia di Buffon da posizione favorevole. Ma l’occasione più limpida è per l’Italia: Bonucci e Giaccherini ripetono l’azione che aveva portato al gol contro il Belgio. Questa volta il controllo del centrocampista è più complicato. Centro basso con il pallone che attraversa tutto lo specchio della porta e arriva dall’altra parte per l’accorrente Sturaro che tira a botta sicura, ma Boateng ci mette il piede salvando il portiere Neuer.

La Germania va vicina al vantaggio in apertura di ripresa. Gomez lavora un bel pallone per Muller, che salta Chiellini e va al tiro. La palla sembra destinata fuori ma Florenzi la devia comunque in corner con un colpo di tacco volante. L’Italia sbaglia troppi passaggi a centrocampo e la Germania guadagna pericolosamente metri. Sturaro, De Sciglio e Parolo sono ammoniti nel giro di pochi minuti. E poco dopo (al 68’) arriva il gol tedesco: su passaggio preciso di Hector, Gomez centra in area e Bonucci devia; Ozil si avventa in velocità sul pallone e insacca di prima intenzione (1-0).

L’Italia sbanda e Buffon compie un miracolo sul colpo di tacco ravvicinato di Gomez; poi la squadra ritrova all’improvviso le forze e Pellé sfiora il pareggio con un sinistro che non trova di pochissimo la porta di Neuer. Ma al 76’ sul colpo di testa di Chiellini, Boateng colpisce nettamente il pallone con le mani e l’arbitro assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Bonucci, che con un destro preciso batte il portiere del Bayer Monaco e riporta l’incontro in equilibrio (1-1). L’Italia è rinata, ma Howedes prima ferma Pellé, poi recupera su De Sciglio. Il difensore del Milan dà l’illusione ottica del gol con un tiro dal limite all’87’. Dopo 3 minuti di recupero si va ai tempi supplementari di 15 minuti ciascuno, in cui nulla di importante succede, se si eccettuano sporadiche conclusioni a rete di Muller, Draxler e Ozil.

Conte, convinto di andare ai rigori, getta nella mischia prima Lorenzo Insigne e poi Simone Zaza, e sono proprio i tiri dal dischetto a decidere la terza semifinalista dell’Europeo. Sbagliano Zaza e Muller, poi uno dietro l’altro Ozil, Pellé, Bonucci e Schweinsteiger. Infine, Darmian sbaglia e Hector fa centro. Fa sempre male sfiorare qualcosa di grandioso senza riuscire a prenderselo. Però c’è da dire che non siamo mai riusciti ad essere convincenti! Abbiamo visto a distanza di 11 metri la semifinale di Euro 2016!

La Germania sconfigge l’Italia alla nona occasione utile, eliminandola per la prima volta da un grande torneo. Per la Germania è festa grande, l’Italia esce dal torneo a testa alta. Buffon, visibilmente commosso, intervistato al termine dell’incontro si esprime così: “… Però se su tre rigori sbagliati dalla Germania ne sbagliamo quattro è difficile accettare la sconfitta!”. Meriti, comunque, al nostro commissario tecnico Antonio Conte che ci lascia in eredità un progetto forte per la nazionale, quello cioè di aver creato un “gruppo” compatto in cui ciascuno ha lavorato per un unico obiettivo, di aver creato uno spirito di squadra eccezionale, rigore tattico e valori inestimabili, come affiatamento, stima e fiducia tra i giocatori, attaccamento alla maglia azzurra che rappresenta tutti noi e l’Italia nel mondo e nelle massime competizioni internazionali. (04.07.2016)

Tonino Di Noia.

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