Gigino Garofalo (1933-2016) è nella meccanica del cielo

Cronaca
Antonietta Barbetta (1937-2015) e Luigi Garofalo (1933-2016)
Antonietta Barbetta (1937-2015) e Luigi Garofalo (1933-2016), alcuni anni addietro

Si è spento questa mattina (mercoledì 20 luglio) il tursitano Luigi Garofalo, per tutti Gigino. Aveva 83 anni, essendo nato il 2 marzo 1933, ed era ricoverato per accertamenti nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Policoro. Tranne il breve ritorno a casa della scorsa settimana, di alcuni giorni appena, aveva trascorso lì, nella stanzetta della corsia, l’ultimo mese della sua vita, tutta e sempre dedita al lavoro e alla famiglia, prima del tranquillo pensionamento.

La settimana scorsa ero andato a fargli visita con il comune amico Carlo Cappucci e si capiva subito che non stava bene. Attendeva con rassegnata serenità, lui cattolico  non dell’ultima ora, l’esito di un esame di laboratorio, poi rivelatosi infausto. In verità lasciò pure che trasparisse in noi la sua consapevolezza dell’essere privo degli stimoli della speranza. La stessa impressione di sconsolata rinuncia a ogni entusiasmo e contemporaneamente di accettazione, rivelata con dolore e struggimento, da quando, solo sette mesi addietro, era deceduta l’amatissima moglie Antonietta Barbetta (Tursi 01 dicembre 19375 – 5 novembre 2015),  compagna devota per un sessantennio e, quindi, della loro intera esistenza.

L’interruzione del loro legame forte e intenso, duraturo e cristallino, unico e totalizzante, quasi di altri tempi e di eroica quanto letteraria narrazione, ne aveva minato dalle fondamenta almeno lo slancio di vivere, e di questa reazione non ne ha fatto mai mistero, almeno con i familiari e con i pochi amici più intimi. La sua dipartita può essere letta come la quieta e naturale conclusione di una bellissima storia d’amore, che ha saputo elevarsi anche sopra le umane sofferenze, su tutte la più innaturale per un genitore, quando mori il primogenito Domenico Carmine Garofalo* (Tursi, 3 giugno 1959 – 29 agosto 1995), a soli 36 anni, medico e calciatore, per un male incurabile. “Così era scritto, la sua cartella è uscita, e non c’è stato niente da fare. Non so perché sia andata così, ma so che mi ha solo preceduto e  mi aspetta. Ma l’attesa di mia moglie non può essere lunga”, ha ripetuto fino al mese scorso.

Gigino è stato senza dubbio il primo giovane e più bravo meccanico di Tursi e della zona, nell’immediatezza degli anni del secondo dopoguerra; il primo con corsi di formazione, apprendistato e qualifica di livello, poi titolare dell’officina autorizzata Fiat, punto di riferimento del “nuovo tursitano” che avanzava e del processo di urbanizzazione e meccanizzazione della società tursitana, nel passaggio dallo stile anche lavorativo e produttivo di tipo agro-pastorale e tradizionale al benessere diffuso delle migliorate condizioni di vita degli anni Sessanta del Novecento, nel quale le macchine (Vespa, moto varie, treruote, furgone, camioncini, oltre alle bici e ai trattori) erano ormai patrimonio diffuso.

Valente meccanico sempre, per decenni sicuro e affidabile, intelligente e diretto, ha avuto straordinarie doti subito comprese dai suoi contemporanei. Esemplarmente, mons. Pasquale Quaremba, indimenticato vescovo della diocesi di Tursi e Anglona, lo volle suo autista di fiducia in giro per la Basilicata e per i viaggi più lunghi, quando Gigino aveva l’officina al piano terra laterale dell’episcopio, prima della sistemazione definitiva in via Roma, all’ingresso sud del paese, dove  ha sempre abitato. Stessa postazione di attività adesso proseguita con altrettanto impegno dal figlio Michele Salvatore, sposato, come le altre due figlie Luisa Eulalia e Giuliana.

Protagonista per un ventennio del ritrovo per anziani (e non solo), al lato della cattedrale, nel vicolo dell’ex cinema, era sicuramente il più attivo e dinamico, il più deciso nelle iniziative e dal parlare senza fronzoli, specchio di un uomo che si era fatto da sé, tra innumerevoli sacrifici e voglia di continuare a far bene, forte delle sue incrollabili convinzioni e del dono della fede.

Anche negli ultimi tempi abbiamo costantemente mantenuto rapporti, pur inevitabilmente un po’ diradatisi, ma sempre con cordialità quasi paterna e  reciproco sincero affetto. Da anni era quasi il mio fornitore di fiducia di “limoni di Montegiordano” (la vicina località calabrese delle vacanze estive per tutta la famiglia); preoccupato del mio diabete, me ne donava in quantità. “Tu sei giovane e ti devi riguardare”, mi diceva ogni volta.  Indimenticate pure le serate nella cantina con pochi selezionati amici, anche di generazioni diverse e più giovani, a degustare le prelibatezze tradizionali preparate dalla signora Antonietta.

Se stimolato, ne amava raccontare di fatti accaduti, con ironia, rispetto ed equilibrio, così come le cose gli erano apparse nella sua grande esperienza con il pubblico. “Tu pensi che siano interessanti? Mi sembra incredibile che ci siano maestri e professori incuriositi dalla vita semplice delle persone”, ammetteva, riflettendo con candore.

Nell’ultimo incontro, in ospedale, un ricordo si impose sugli altri, quando era un giovanissimo adolescente, apprendista meccanico, e stava seguendo un corso professionale a Potenza, forse nel 1948. Come in un film quasi neorealista, ma di epoca successiva (Il Vigile, 1960, di Luigi Zampa), fu chiamato ad intervenire per un guasto dell’auto sulla quale viaggiava il grande Aldo Fabrizi, che poi lo elogiò apertamente. Con il piacere, la soddisfazione, la discrezione e la nostalgia, c’è tutto l’orgoglio, l’appagamento e la generosità del carissimo amico, che abbiamo conosciuto e amato. “Avrò fatto degli errori, certo in buona fede, e vorrei essere ricordato come un uomo giusto”, disse più volte. E così sarà. Poi, siamo convinti che anche dall’altra parte ci sarà pur sempre qualcosa da aggiustare e mettere a posto, e in questo Gigino Garofalo è (stato) davvero un Maestro.

Giovedì 21 luglio, alle ore 16,30, i funerali nella cattedrale dell’Annunziata.

Salvatore Verde

 

*A Mimmo Garofalo è stato dedicato nel 2007  il nuovo stadio comunale di calcio, in località Acquasalsa.

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