Nicola Rondinelli, avvocato e responsabile AS-Connet di Tursi, spiega “La Mediazione: perché funziona e come funziona”

Cronaca
Avv. Nicola Rondinelli
Avv. Nicola Rondinelli

La Mediazione: perché funziona e come funziona”, è stato il tema di un convegno organizzato dall’organismo di mediazione AS-CONNET, con l’intervento dott. Enzo Mauro, responsabile nazionale, svoltosi nella sala consiliare del municipio tursitano, lo scorso 20 agosto. L’importante materia è adesso al centro di questo approfondimento con l’avv. Nicola Rondinelli, responsabile AS-Connet della sede secondaria di Tursi (in via Roma n. 134), alla quale collabora la dott.ssa Antonella Gallicchio. L’avvocato recepisce le sollecitazioni del pubblico, emerse nel primo incontro, e argomenta l’importanza che riveste per il cittadino conoscere un istituto come la mediazione che lo vede coinvolto in prima persona, per espressa predisposizione del Legislatore.

 

Che cosa è la mediazione?

Il D. Lgs n. 28 del 4 marzo 2010 (art. 1 lettera a) – che ha introdotto l’istituto della mediazione – definisce così la mediazione: “l’attività comunque denominata, svolta da un terzo imparziale finalizzata ad assistere due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, anche con una formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa”. Lo stesso decreto ha stabilito i casi in cui è obbligatoria per legge: in tema di “condominio, diritti reali, divisioni, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazioni, comodato, affitto di aziende, risarcimento di danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari”. Detto ciò, è opportuno a questo punto chiedersi cosa significa “mediare”.

 

Allora lo faccia.

Mediare è qualcosa che tutti noi facciamo in ogni momento della nostra vita. Poiché la vita è relazione con gli altri, è inevitabile che, a volte, i nostri interessi siano in conflitto con quelli dei nostri vicini, dei nostri colleghi, dei nostri clienti o fornitori, dei nostri concorrenti e, persino, dei nostri parenti e familiari. Questo accade ogni giorno, ma raramente si arriva alla lite o, peggio, alla causa in Tribunale.

 

Perché?

Perché tutti noi, in maniera del tutto naturale, spesso persino inconsciamente, il più delle volte riusciamo a mediare fra i nostri interessi e quelli degli altri, a conciliare le nostre ragioni con le ragioni altrui. L’obiettivo principale della mediazione è, appunto, la riduzione delle cause civili, offrendo al cittadino uno strumento più semplice e veloce per risolvere le controversie con tempi molto brevi (oggi non oltre tre mesi) e costi molto contenuti e certi (come si specifica nel prosieguo, ndr). In pratica, la mediazione civile consiste in questo: due o più parti – che devono essere assistite dai rispettivi avvocati – si incontrano presso un Organismo di Mediazione e tentano di trovare una soluzione conveniente per entrambe, alla presenza e assistite dal Mediatore che è terzo e che è una figura professionale preparata per aiutare le parti. Il Mediatore non emette sentenze né giudizi. La mediazione costituisce la migliore e unica alternativa alle lunghe e costose cause davanti all’Autorità Giudiziaria, dove spesso, dopo anni di udienze, tutti si sentono sconfitti e nessuno vincitore.

Ci sembra una idea partecipativa e regolativa molto innovativa, delle relazioni e di alcuni conflitti sociali, e anche della giustizia.

Infatti, il principale significato della mediazione è proprio la restituzione della parola alle parti per una nuovo modello di giustizia e per una nuova idea della giustizia, rispetto ad una cultura che le considera “poco capaci” e, magari a fini protettivi, le pone ai margini. Nella mediazione l’attività che porta all’accordo ha natura personalissima e non è delegabile. Deve partecipare obbligatoriamente alla mediazione unitamente al difensore. La mediazione, quindi, è fatta per i cittadini, per farli tornare protagonisti diretti ed immediati, e non per interposta persona (avvocato), delle vicende che li coinvolgono nei loro interessi, bisogni, sentimenti, disagi. I cittadini sono chiamati ad essere i veri attori, i veri protagonisti e artefici della mediazione. Ecco perché l’Organismo di mediazione AS-Connet ha ritenuto opportuno e doveroso organizzare un primo convegno su questo importante tema e si augura di poterne organizzare altri. Molto probabilmente, sino ad oggi, tanti cittadini non sapevano dell’esistenza dell’istituto della mediazione. Adesso sanno che possono e devono utilizzare il procedimento di mediazione prima di decidere se andare davanti all’Autorità Giudiziaria, al solo scopo di cercare di trovare la risoluzione ai propri conflitti e di evitare così il ricorso all’Autorità Giudiziaria.

In pratica, prima di decidere se andare in giudizio, il cittadino deve iniziare con convinzione il procedimento di mediazione.

Certo, e non perché è stata resa obbligatoria dalla legge, rifugiandosi dietro la fatidica frase “tanto poi dobbiamo fare la causa”. Fare qualcosa che non si è convinti di fare equivale a non farla. Assodato che la buona riuscita della mediazione dipenderà in particolar modo dal singolo cittadino, la mediazione, tuttavia, ha bisogno anche della collaborazione degli altri attori del procedimento di mediazione. E infatti:

  1. dipenderà dagli avvocati se riusciranno ad individuare nella procedura una nuova opportunità per meglio assistere le parti in una lite;
  2. dipenderà anche dai tecnici (consulenti di ogni genere) se sapranno trasmettere ai clienti i numerosi vantaggi della mediazione;
  3. dipenderà dai giudici che hanno l’onere di verificare se la procedura di mediazione è stata correttamente proposta ed attivata, altrimenti rimettere le parti nuovamente in mediazione perché ciò avvenga. Perché la mediazione condotta correttamente offre l’opportunità di far emergere, affrontare e sciogliere i veri motivi del contenzioso. Un esempio classico è quello di due sorelline che litigano perché tutte e due vogliono l’unica arancia rimasta nel frigorifero. La nonna propone di dare a ciascuna mezza arancia e le bimbe seguitano a piangere. Tutte e due vogliono l’arancia intera. Allora la nonna chiede alle bimbe perché non basta mezza arancia. La prima bimba vuole l’arancia intera perché deve utilizzare la buccia per fare una torta, l’altra la vuole intera per berne il succo. Saputo ciò, la nonna consegna a una bimba la buccia e la restante parte dell’arancia all’altra riuscendo con l’unica arancia a soddisfare entrambe le nipotine. Poiché i cittadini devono utilizzare lo strumento della mediazione prima di rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, tanto vale conoscerla nei particolari. Pertanto, la mediazione funziona se noi la conosciamo; se la conosciamo possiamo decidere se parteciparvi con interesse e convinzione; se partecipiamo con interesse e convinzione, possiamo farla funzionare positivamente. La mediazione funziona se noi cittadini tutti vogliamo farla funzionare,

essendo una grande opportunità che ci viene offerta. Dunque, perché non approfittarne? Perché non utilizzarla?

Quali sono i vantaggi per chi la sceglie e decide di utilizzare lo strumento della mediazione?

  • La celerità nella definizione della controversia (3 mesi); l’ultima statistica pubblicata dal Ministero della Giustizia (marzo 2015) ha stabilito che, in media, la durata di una causa in Tribunale è di 844 giorni (pari a circa due anni e tre mesi) mentre la mediazione dura in media 102 giorni (12 giorni in più del termine di 90 giorni previsto dalla legge).
  • I costi sono contenuti e predeterminati (le nostre tabelle, tra l’altro, sono inferiori anche rispetto a quelle degli altri organismi);
  • Il verbale di conciliazione costituisce titolo esecutivo: ha già valore di sentenza;
  • Le parti sono libere di gestire l’incontro di mediazione, in base alle loro esigenze senza che siano imposte delle regole, come avviene in una causa; sono protagoniste nella ricerca di una soluzione della propria vertenza; non devono delegare nessuno.
  • La mediazione si svolge in maniera privata e riservata alla presenza del mediatore, delle parti e dei loro difensori e le dichiarazioni rese dalle parti al mediatore non possono essere divulgate o rese pubbliche, neanche a seguito dell’insuccesso della mediazione, salvo espresso consenso delle parti. L’udienza davanti al Giudice è pubblica, si svolge in un’aula in cui ci sono tutti: gli avvocati, i giudici, i cancellieri, i consulenti tecnici, le parti, i testimoni.
  • Sono eliminate le incertezze della sentenza, in quanto entrambe le parti conoscono da subito quali sono i risultati della mediazione e questo permette di vivere tale momento in modo più sereno; la causa, anche quella che sembra essere la più favorevole, ha sempre l’alea propria di un giudizio.
  • Non si rischia la condanna alle spese come in un giudizio; ognuno paga le proprie spese di avvio e di mediazione e sa già in anticipo quanto costerà il procedimento di mediazione;
  • permette l’esenzione dall’imposta di bollo e dal contributo unificato nonché da ogni altra tassa e/o imposta.
  • Consente l’esenzione dall’imposta di registro sino ad un importo pari a 50.000 €; fino a € 50.000,00 non si paga l’imposta di registro.
  • Permette il riconoscimento di un credito di imposta pari all’importo pagato per le spese della mediazione fino a un massimo di € 500.
  • Ed infine, se le parti non giungono ad un accordo, non perdono nessun diritto e sono libere di abbandonare la procedura di mediazione in qualsiasi momento.

In una causa, invece, le parti subiscono la decisione di un Giudice che stabilisce chi ha torto e chi ragione. La controversia, quindi, viene risolta, ma il conflitto tra le parti perdura. Attraverso la mediazione, invece, le parti stesse, con l’aiuto di un mediatore, cercano di uscire dal loro problema ricostruendo il loro rapporto in chiave positiva e giungendo ad una soluzione da loro stesse condivisa.

Ma il cittadino potrebbe domandarsi: perché devo fare la mediazione se sono sicuro che avrò ragione e che vincerò la causa?

Per un motivo molto semplice: nelle materie in cui è obbligatoria – come nelle tematiche indicate prima – devi farla lo stesso e, se non la fai, ti obbligherà il giudice con conseguente perdita di tempo.

Proseguendo nelle domande prevedibili: si è obbligati ad accettare la domanda di mediazione, anche se uno è sicuro di vincere la causa?

No, non si è obbligati. Se però accetti di partecipare puoi arrivare alla conciliazione nella quale possono trovare spazio accordi di diverso tipo – tutti decisi dalle parti – senza l’intervento del giudice che invece, una volta richiesto, emette una sentenza vincolante che potrebbe essere anche contraria o non come volevi che fosse stata emessa.

Al contrario, se sono sicuro che perderò la causa, perché devo aderire alla mediazione e accettare la proposta di conciliazione?

Non vi è nessun obbligo di accettare la mediazione, però con l’eventuale conciliazione puoi trovare un accordo economico più conveniente rispetto a quella di una condanna e potresti evitare di pagare le spese legali, senza dimenticare che sei artefice dell’accordo insieme con l’altra parte e puoi stabilire anche modalità e tempi di pagamento diversi e più congeniali. In una causa tali caratteristiche sono stabilite dal giudice e vanno osservate e rispettate.

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