Si è svolta mercoledì 26 aprile, nella Sala degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Cosenza, la Conferenza “La medicina nazista: una medicina disumana” con la partecipazione dell’Associazione Medica Ebraica e con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Napoli, organizzato dalla Sezione di Cosenza dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’incontro formazione ha registrato una notevole e partecipata affluenza di cittadini e di numerosi Cavalieri e Dame dell’Ordine. Si è così consolidato, come ha dichiarato il Prof. Antonio d’Elia, che ha fortemente voluto ed organizzato tale evento, quel cammino intrapreso con i Fratelli Ebrei. Infatti, già da tempo è iniziato il colloquio vivo e stimolante con la Comunità Ebraica e si rammenta, per citarne uno, il convegno del 29 ottobre del 2016 sul tema “Ebrei, Cristiani e Musulmani sulle sponde del Mediterraneo: documenti archeologici” con la Lectio del compianto Prof. Giuseppe Roma.
Ha aperto le relazioni il Dott. Michele Florio, Dirigente medico e docente di Bioetica clinica, che ha narrato le vicende storiche della medicina deviata del periodo nazista fino all’epilogo del Processo di Norimberga. I medici incriminati si giustificarono, nel corso del processo, di aver agito per ubbidire agli ordini superiori del loro governo o, ancora peggio, di aver effettuato esperimenti di ricerca medica a beneficio della generalità degli ammalati. Naturalmente sono giustificazioni che non sono accettabili perché, come ha fatto giustamente rilevare il Dott. Roque Pugliese, delegato per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli, mancava il consenso delle persone assoggettate a tali crudeli pratiche di ricerca medica, che erano finalizzate alla soppressione di coloro che erano ritenuti inferiori e quindi non degni di essere considerati persone con diritti. Il Dott. Pugliese ha incentrato la sua relazione sull’Etica intesa come distinzione e discernimento di ciò che è Bene e Male. La commovente esposizione è approdata alla conclusione che nell’intimo della persona umana è insito e conosciuto ciò che è Bene, distinto dal Male e, pertanto, nessun interesse statuale, politico o normativo può essere invocato a giustificazione di un comportamento contrario all’Etica del Bene. Ha concluso i lavori Mons. Giovanni Checchinato Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, che ha effettuato un intervento di grande spessore umano e culturale con commenti e citazioni di eminenti studiosi, di fama mondiale, inerenti l’argomento trattato dai relatori.
Antonio Fotia, responsabile della Comunicazione della Sezione OESSG di Cosenza.