ARMANDO ANZILLOTTI (1948-2021) È MORTO STAMANE. LO RICORDO AFFETTUOSAMENTE CON UN ARTICOLO DI TURSITANI*: “ARMANDO ANZILLOTTI: IL LAVORO DEL FOTOGRAFO”.

Personaggi
Armando Anzillotti, al tempo dell’articolo.

La copertina del n. 3 di Tursitani ha ospitato una bella foto del centro storico realizzata da Armando ANZILLOTTI, 56 anni compiuti in aprile, degno rappresentante di una lunga tradizione di fotografi tursitani. Nato dall’agricoltore Salvatore ANZILLOTTI (1900-1976, figlio di Leonardo) e dalla casalinga Rosina CAPUTI (1908-1975, suo padre si chiamava Michele), Armando è il più giovane della famiglia, che comprende: Antonietta (del 1926), Marietta (1928), Leonardo (1930), Michele, Immacolata e Benito (1941).  Vedovo da poco (si era sposato nel 1975 con Maria Anglona POPIA, 1950-2003), è padre di Anna Rosa, “diplomata ragioniera e in attesa di lavoro, ma non intende seguire le orme paterne”.

E’ stato Giovanni MAZZEI ad avviarlo alla professione nell’estate del 1965, quando, dopo la scuola media, lo portò con sé a Montalbano Jonico, “dove, in una fresca camera oscura, si sviluppava e stampava soprattutto di notte”. Lo studio fotografico era di Vito ORLANDO (12.01.1931-2001), “al quale devo affetto e riconoscenza duraturi”. Lui era un intraprendente e straordinario fotografo di origine siciliana, come il padre e il fratello, che aveva uno studio a Palermo. Capitato in paese su invito dell’amico CIACCIA (“i primi tempi la sigla datoriale era, appunto, Ciaccia-Orlando”), ha sposato la montalbanese Camilla Giuseppina SPADA (1937), ma il padre era di Castelsaraceno. Presto ha iniziato a espandersi sul territorio con nuovi negozi. Prima a Policoro, dove si lavorava dalla mattina alla sera, “ci sono stati periodi con cinque fotografi occupati e si facevano anche più di 200 matrimoni all’anno”, e poi a Tursi, dove, io e Giovanni Mazzei, siamo rientrati definitivamente verso il 1969, restando insieme per un paio d’anni nella stanza dell’angolo di Palazzo BARBETTA (poi di Umberto MIRRI). Lui fu assunto al Cnen (oggi Enea) della Trisaia di Rotondella, e per un anno lo studio ebbe la sede in via Roma, nei pressi della Croce, nel locale di Nino VERDE. Negli anni Ottanta, ero ormai da solo in via Vittorio Emanuele (lo stanzone della famiglia CAPPUCCI, oggi di RAGONE), successivamente in via Roma 129 (proprietà di FRANCOLINO), fino al 1989. Dall’anno dopo ci siamo sistemati al n. 116, di Cosimo VIVIANO”.

“Il lavoro mi ha dato parecchie soddisfazioni, fino a quando si lavorava con le macchine manuali. I servizi fotografici delle cerimonie sono sempre uguali ma diversi, come la quotidianità della vita stessa, e proprio lì si vede la capacità professionale. Certo mi piace più il biancoenero, l’effeto glamour e le situazioni ‘spontanee’. L’originalità a lungo andare si standardizza, come capita dopo aver fatto sicuramente ben oltre mille matrimoni, senza includere altri appuntamenti importanti per le persone. Oggi, però, se va bene si fanno 4 sposalizi all’anno, ed è cambiato il rapporto con gli sposi, che discutono, indicano e cercano la tipologia delle foto, mentre nel passato si chiedeva ‘il servizio’, e basta. Fino a una decina d’anni addietro, per tutti i negozi ‘Orlando’, procedevamo noi allo sviluppo, fissaggio e stampa nei nostri laboratori professionali a colori di Policoro, attualmente ci serviamo di grandi laboratori a Bari e/o Montescaglioso”. Non mancano curiosità aneddotiche nella storia di un fotografo di provincia. “Come quando, in Sicilia, a Messina, lo sposo disse di no in chiesa, e solo dopo qualche tempo ci ripensò affermativamente; ma, negli anni Settanta, a Tursi è capitato che lo sposo non si sia proprio presentato dalla sposa. La fotografia non è solo riproduzione della realtà o produzione dell’immagine, è anche, essenzialmente, un’operazione creativa completa”.

L’assorbimento totalizzante del lavoro, ha però lasciato spazio ad un hobby complementare, quello della musica. Negli anni giovanili, Armando Anzillotti lo ritroviamo autodidatta, con la sua inconfondibile camminata disarmonica ma caratteristica, per circa dieci anni (dal 1967 al 1975) nei complessini musicali tursitani  “Gruppo Amici” e  “La 5° Strada”, come chitarrista e voce, insieme con gli amici: Rocco CAMPESE (chitarra solista), Alberto ROMANO e Ernesto CESTRA (chitarre), Nicola PIPINO e Salvatore LAITA (batteria), i fratelli Angelo e Tonino ALVARENZ, con Enzo RAGAZZO (pianola), Giovanni DI TOMMASO (voce), Mimmo PADULA e Pino GIALDINO (chitarre e voci). “Siamo stati i primi a portare gli strumenti elettrici in paese. E fino a quando c’erano le cambiali da pagare, si è andati tutti d’accordo”, ricorda con la consueta ironia, affettuosa e sottile.

                                                                                                                      Salvatore VERDE

TURSITANI, n. 4 – Dicembre 2004

Bibliografia

Bruno Rocco (a cura di), Tursi Immagini di un secolo, Graficom, Matera, 2005.

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